Quali sono gli accessori di sicurezza in una piscina?

La sicurezza in piscina è una questione importante che non può essere in alcun modo posticipata, dunque un qualcosa di cui occuparci sin dal momento in cui decidiamo di far realizzare una piscina in giardino.

Infatti, gli incidenti in piscina possono purtroppo accadere in un attimo, e alcuni di questi possono avere conseguenze anche serie.

Per tale motivo, gli accessori per la sicurezza sono irrinunciabili per prevenire incidenti e garantire l’incolumità dei suoi fruitori, in particolare dei bambini.

Sicuramente ci sono alcuni dispositivi di sicurezza che meritano di essere presi in considerazione prima degli altri, e li abbiamo di seguito elencati evidenziandone l’utilità.

Coperture di sicurezza per piscine

Le coperture sono uno dei principali accessori di sicurezza per le piscine in acciaio o muratura. Le coperture di sicurezza sono progettate per prevenire incidenti, impedendo di entrare in acqua quando la vasca non viene utilizzata.

È possibile scegliere tra differenti tipologie di coperture di sicurezza, sebbene quelle più richieste siano quelle a binario, a pioli e con tapparelle. A prescindere dal tipo di copertura adottata, farne installare una significa già aver aumentato notevolmente il livello di sicurezza.

Recinzioni e barriere

Le recinzioni e le barriere sono un’altra soluzione pratica ed efficace per aumentare il livello di sicurezza in presenza di una piscina.

Queste strutture sono progettate per creare una barriera fisica intorno alla piscina, impedendo così a chiunque di potersi avvicinare al bordo vasca se non autorizzato.

Questo tipo di soluzione è particolarmente importante per la sicurezza dei bambini, dato che impedisce loro di potersi avvicinare alla piscina senza la supervisione di un adulto.

Scalette e corrimano

Le scalette e i corrimano sono degli utili accessori in grado di facilitare l’accesso e l’uscita dalla piscina. Questi elementi vengono installati proprio per fornire un supporto sicuro e stabile per le persone quando entrano o escono dalla vasca, ed il loro ruolo non è secondario in quanto consentono di evitare scivolamenti e cadute.

Sistemi di illuminazione

Anche un buon sistema di illuminazione può essere ritenuto una soluzione adeguata per garantire la sicurezza in piscina. Le luci a led ad esempio, sono in grado di fornire una buona visibilità del fondo della piscina anche di notte, così come delle pareti laterali.

Molto importante inoltre è notare come un’adeguato sistema di illuminazione consenta di ottenere interessanti effetti luminosi utili a rendere l’atmosfera più particolare e accogliente.

Centralina per il dosaggio del PH

La centralina per il dosaggio del PH è probabilmente uno dei sistemi di sicurezza più importanti in una piscina, dato che riguarda in particolar modo la salubrità dell’acqua.

Questo dispositivo serve a monitorare e regolare il valore del pH dell’acqua della piscina. Il valore del pH corretto è essenziale per la sicurezza di chi fa il bagno, dato che un pH sbilanciato può causare irritazioni alla pelle e agli occhi, oltre a rendere l’acqua della piscina meno igienica.

Si tratta chiaramente di un dispositivo che deve essere installato da parte di un tecnico specializzato e che necessita di manutenzione periodica per verificare che funzioni bene e dunque che avvenga sempre il corretto dosaggio del pH dell’acqua della piscina.

Conclusioni

Appare dunque evidente come la sicurezza in piscina sia una questione di estrema importanza per tutti noi, soprattutto in presenza di bambini, ed in tal senso gli accessori di cui abbiamo parlato in questo articolo sono essenziali per prevenire incidenti di ogni tipo.

Chiaramente è importante scegliere accessori di qualità e affidarne l’installazione ad un tecnico competente, per avere la certezza che funzionino bene e siano in grado di offrire la massima sicurezza per tutti.

Location per feste di compleanno in Inverno

Se stai cercando una location per festeggiare il compleanno dei tuoi bambini in inverno, hai molte frecce al tuo arco.

Ma quale è la migliore per te? Vediamo di scoprirlo insieme, evidenziando quali potrebbero essere alcune delle migliori location per feste di compleanno invernali, evidenziando i loro punti di forza e le attività che esse propongono.

Feste in strutture indoor

Se vuoi evitare il freddo e goderti la festa al caldo, qui trovi interessanti opzioni indoor tra cui scegliere.

Bowling

Il bowling è un’ottima attività per divertirsi con amici e familiari, soprattutto durante l’inverno.

Molte strutture di questo tipo offrono anche pacchetti per feste di compleanno, che includono partita, scarpe da bowling e cibo. Inoltre, molti di questi locali hanno sale private dove è possibile festeggiare in modo più intimo.

Parchi giochi al coperto

I parchi giochi al coperto sono perfetti per feste di compleanno invernali per bambini. Questi parchi offrono solitamente la possibilità di fare attività come trampolini, scivoli, arrampicate, e molto altro.

Chiaramente, molti di questi parchi offrono pacchetti per feste di compleanno, che includono anche il cibo e la torta.

Sale giochi

Le sale giochi, tanto di moda negli anni ’90 e che adesso sembrano vivere una nuova stagione di successi, sono un’altra idea interessante per feste di compleanno che si svolgono in inverno.

Questi locali offrono una vasta gamma di giochi come ping pong, air hockey, videogiochi e altro ancora. Inoltre, molte sale giochi hanno anche delle sale private dove puoi festeggiare con i tuoi amici e familiari.

Trampoline Park

I trampoline park sono una delle ultime tendenze in fatto di location per feste di compleanno, anche in inverno.

Queste strutture offrono una vasta gamma di trampolini e tappeti elastici, percorsi ad ostacoli, torri di arrampicata, e molto altro ancora in cui ci si diverte davvero tanto.

Inoltre, molti trampoline park offrono pacchetti per feste di compleanno, che includono l’accesso ai trampolini e alle attività, il cibo e la torta. Quindi, molte di queste strutture hanno sale private dove puoi festeggiare con i tuoi amici e familiari, tra un salto e l’altro.

Questa soluzione è perfetta per feste di compleanno per bambini e adolescenti che amano saltare e divertirsi in modo sicuro.

Per questo, se sei alla ricerca di un’attività divertente ed emozionante per la festa di compleanno dei tuoi bambini o ragazzi, il trampoline park potrebbe essere la scelta perfetta per te.

Feste invernali all’aperto

Se il clima lo permette e non ci sono bimbi particolarmente piccoli, ci sono molte cose che in inverno è possibile per una festa di compleanno come si deve. Vediamone qualcuna di seguito.

Pattinaggio su ghiaccio

Il pattinaggio su ghiaccio è un’attività invernale classica che va benissimo anche per le feste di compleanno.

Tante strutture di pattinaggio offrono tra l’altro anche la possibilità di pattinare su piste coperte, che puoi riservare per la tua festa, o direttamente all’aperto.

Spesso è possibile affidare direttamente alla direzione il compito di provvedere agli snack, alle bevande e alla torta così che tu non debba pensare a niente.

Sci/Snowboard

Se vuoi sperimentare l’emozione delle montagne, puoi organizzare una festa di compleanno sulle piste da sci o snowboard, chiaramente in base alla regione in cui vivi.

Alcuni impianti di questo tipo offrono pacchetti completi per feste di compleanno, che includono sia il noleggio delle attrezzature che il cibo. Volendo, è possibile anche fare delle lezioni collettive per imparare a sciare.

Conclusione

Che tu stia cercando un’attività al chiuso o all’aperto, ci sono tante idee interessanti per feste di compleanno invernali.

Adesso che ne sai di più, sei pronto per scegliere la location perfetta per la festa di compleanno di tuo figlio.  Buona festa di compleanno!

Come proteggere porte e finestre nella seconda casa

Sono tantissime le famiglie italiane che dispongono di una cosiddetta “seconda casa”, che quasi sempre è una abitazione in area rurale che viene abitata esclusivamente nel periodo estivo.

Queste abitazioni sono perfettamente arredate e arricchite di ogni comfort come per l’abitazione principale, con la sola differenza che queste case rimangono vuote per la maggior parte dell’anno e per questo motivo possono diventare oggetto di interessa da parte di malfattori vari per tutto ciò che viene custodito al loro interno.

Il problema delle seconde case in aree rurali

Come accennato, tali abitazioni sussistono prevalentemente in aree rurali o di campagna, o eventualmente direttamente nei pressi della spiaggia, con un grande svantaggio per circa 9 mesi l’anno: l’isolamento.

Nessuno o quasi infatti, si reca in tali aree disabitate durante l’Inverno o l’Autunno, e questo rendere il terreno certamente più “facile” ai malintenzionati.

Meno persone in giro significa infatti minori possibilità di essere scoperti, e dunque la possibilità di poter lavorare indisturbati o quasi.

D’altronde, quando una abitazione (e così anche quelle intorno) rimane disabitata per parecchi mesi all’anno, diventa inevitabilmente più vulnerabile e per questo rappresenta un obiettivo ritenuto “facile”.

Il sistema anti intrusione più adeguato

Ci sono a tal proposito alcune riflessioni da fare circa i sistemi anti intrusione da scegliere. Questi infatti, non vanno bene a prescindere, ma molto dipende dalle caratteristiche dell’abitazione nonché del contesto in cui essa si trova.

Ad esempio, in un ambito rurale come quello di una abitazione di campagna, un allarme di tipo acustico (ad es. una sirena che si attiva quando viene rilevato un movimento all’interno dell’appartamento) potrebbe non rappresentare poi un grande problema per i ladri.

In caso di abitazione alquanto isolata infatti, nessuno potrebbe sentire l’allarme suonare e per questo motivo i ladri potrebbero continuare a lavorare indisturbati.

Un impianto di videosorveglianza appare invece più sensato in un contesto di questo tipo, dato che il proprietario ha la possibilità di accorgersi del tentativo di effrazione da remoto, facendo in tempo a contattare le autorità.

Ad ogni modo, in quel momento i potenziali ladri potrebbero già aver scassinato porte o finestre, il che rappresenta comunque un danno economico da considerare.

A tal proposito allora, un sistema di inferriate per la porta principale e grate di sicurezza per le finestre rappresenta la soluzione più adeguata al contesto.

Inferriate e grate sono infatti un ostacolo fisico davvero difficile da superare, e che soprattutto impedisce ai malintezionati di fare qualsiasi tipo di danno all’interno dell’abitazione, impedendo di fatto l’accesso.

Tra l’altro, tali soluzioni sono difficili da attaccare e rappresentano di per se un ottimo deterrente, che solitamente induce i malintenzionati a spostare le proprie “attenzioni” su altre abitazioni che sono molto più “facili” da attaccare.

I vantaggi secondari di inferriate e grate di sicurezza

Inferriate e grate di sicurezza offrono anche alcuni interessanti vantaggi ai quali nell’immediato non si pensa.

In Estate ad esempio, quando si soggiorna all’interno dell’abitazione, è possibile dormire lasciando le serrande completamente aperte per consentire alla frescura notturna di entrare, senza alcun tipo di paura che eventuali intrusi possano accedere da porte o finestre approfittando del sonno.

Tra l’altro oggi queste soluzioni vantano anche un design ricercato e che ben si adatta ad ogni tipo di appartamento o edificio, offrendo così degli spunti interessanti anche dal punto di vista estetico.

È sufficiente scegliere tra i tanti modelli, finiture e colori a disposizione per individuare quello che maggiormente si adatti alle caratteristiche della propria abitazione, arricchendola così anche dal punto di vista estetico oltre ad offrire un livello di protezione e sicurezza decisamente più alto.

Doccia senza porte: una interessante idea per il tuo bagno

Conosci la doccia senza porte, chiamate anche “Walk In“?

Si tratta di una soluzione che da qualche tempo va di gran moda anche in Italia, certamente qualcosa in grado di creare un effetto di piacevole stupore sull’osservatore e che infonde al tempo stesso all’intero ambiente una netta percezione di design e ricercatezza.

Vediamo di capire innanzitutto cosa sia una doccia senza porte e perché oggi siano così tante le persone a desiderare questo tipo di soluzione per il proprio bagno.

Cosa è una doccia senza porte?

Una doccia senza porte è sostanzialmente una doccia in cui è presente soltanto un profilo di vetro, il cui scopo è quello di evitare che gli schizzi d’acqua vadano sul pavimento.

Tale profilo di vetro è posizionato in genere proprio di fronte il soffione della doccia, per intercettare le goccioline d’acqua.

Per il resto non ci sono porte o altre chiusure, dunque l’accesso è particolarmente facile dato che si tratta di una doccia che a tutti gli effetti dà la sensazione di rimanere “aperta”.

Un’altra delle particolarità delle docce senza porte è che in genere si preferisce evitare di installare qualsiasi tipo di piatto doccia ma al contrario si opta per un filo pavimento, soluzione questa in grado di apportare un ulteriore contributo in termini di eleganza.

Parliamo dunque di una doccia che al momento va sicuramente di tendenza e che è possibile trovare anche nelle strutture ricettive di lusso.

I vantaggi di una doccia “Walk In”

Approfondito dunque ogni aspetto pratico delle doccia senza porte, vediamo allora di seguito quelli che potrebbero essere alcuni dei vantaggi nel far installare questo particolare tipo di box doccia.

  • Costi di manutenzione più bassi: come accennato, nelle docce senza porte vi sono certamente meno elementi rispetto una doccia tradizionale. Non ci sono porte, binari e profili scorrevoli. Ciò significa che ci sono un minor numero di pezzi che si possono guastare e dunque una minore necessità di manutenzione nel corso del tempo.
  • Pulizia più semplice: minor numero di pareti in vetro significa autonomamente minor numero di superfici da pulire. Questo è un vantaggio non di poco conto, considerando che in genere i pannelli della doccia si riempiono di goccioline al termine dell’utilizzo. Doverne pulire soltanto uno anziché tre o quattro è davvero un bel vantaggio.
  • Tempi di installazione più rapidi: proprio in virtù del fatto che non c’è un piatto doccia e non ci sono binari e soluzioni scorrevoli da installare, l’installazione di una doccia senza porte è particolarmente veloce. Questo significa che se opterai ad esempio per il servizio di sostituzione della vasca con una doccia probabilmente gli operai riusciranno a fare tutto in un’unica giornata.
  • Costi d’acquisto inferiori: proprio in virtù del fatto che vi sono meno elementi da installare, il costo di una doccia aperta è mediamente più basso rispetto a quello di un normale box doccia. Tra l’altro anche le operazioni di posa sono più veloci e dunque la manodopera necessaria è minore.

Una installazione a regola d’arte infine, assicurerà la non fuoriuscita di goccioline d’acqua durante la doccia. Per questo motivo è molto importante che il team che si occuperà dell’installazione della tua doccia Walk In abbia la giusta esperienza circa questo tipo di soluzione e che non ci siano dunque difetti di alcun tipo nella messa in opera.

L’effetto finale è garantito e vedrai per questo che i tuoi ospiti rimarranno piacevolmente sorpresi da questa interessante novità.

A te invece andranno tutti i vantaggi del poter godere dei benefici, sia a livello estetico che di benessere, che una doccia di questo tipo è in grado di regalare.

Perché è importante che l’aria compressa sia oil-free?

Chi adopera quotidianamente un compressore industriale conosce bene l’esigenza di poter lavorare con uno strumento che garantisca aria pura e libera da residui di olio, per salvaguardare sia i macchinari utilizzati per la produzione che il prodotto finale stesso.

L’aria compressa deve necessariamente essere oil-free al 100% soprattutto quando si tratta della produzione di articoli definiti “sensibili” come ad esempio gli apparecchi elettronici, i farmaci e anche gli alimenti.

È importantissimo che la qualità della lavorazione, e di conseguenza quella dell’aria, siano massime. A questo proposito i compressori rotativi Atlas Copco vengono considerati tra i migliori in quanto sono in grado di annullare qualsiasi rischio di contaminazione di olio nell’aria compressa ed evitare qualsiasi tipo di danno al macchinario o al prodotto stesso, i quali sono certamente causa di ulteriori esborsi economici per l’azienda produttrice.

Le specifiche necessità di chi adopera l’aria compressa

In dettaglio, per quel che riguarda l’industria farmaceutica, è molto importante garantire la totale assenza di olio nell’aria compressa per far si che processi come il rivestimento di farmaci, il loro imballaggio o imbottigliamento non venga nessun modo contaminato. Per quel che riguarda gli alimenti, è facile intuire perché sia di fondamentale importanza che l’aria compressa non abbia nemmeno il minimo residuo d’olio, e questo vale sia per la fase di fermentazione o areazione che per le successive fasi di imballaggio e riempimento. Quanto all’elettronica invece, avere dell’aria secca e pulita è molto importante per qualsiasi tipo di componente, il quale potrebbe anche eventualmente essere costoso da sostituire.

Vi sono anche altri professionisti che possono avere bisogno di utilizzare aria compressa con delle esigenze particolari e che certamente non necessitano di residui d’olio al suo interno. Parliamo ad esempio di studi dentistici, veterinari o direttamente gli ospedali i quali hanno la necessità di adoperare aria compressa per curare i propri pazienti. Per attività cliniche di questo tipo è chiaramente importante che l’aria compressa adoperata non sia contaminata dall’olio ed evitare altresì che questo possa andare a rovinare, o causare  un malfunzionamento, degli strumenti adoperati per il lavoro.

Oil-free: uno standard per il settore

L’assenza di olio all’interno dell’aria compressa è uno standard che è irrinunciabile per tutti quei processi produttivi all’interno dei quali la qualità dell’aria è fondamentale, sia per il processo produttivo stesso che per la qualità del prodotto finale.

È facile comprendere ciò se si analizzano i precedenti esempi relativi al settore alimentare, farmaceutico ma anche tutto quel che può riguardare la produzione di prodotti e materiali cosiddetti “sensibili”.

Da questo punto di vista Atlas Copco può essere considerata come un pioniere in questo settore, dunque tra le primissime realtà che hanno deciso di sviluppare una tecnologia che fosse completamente oil-free, con tutti i vantaggi che seguono per le aziende. Anche per questo motivo oggi sono tanti a preferire direttamente i ricambi Atlas Copco, per mantenere sempre alta la qualità.

I compressori industriali moderni hanno inoltre il grande vantaggio di poter essere semplicemente installati a terra, il che è una grande comodità considerando anche il minimo ingombro che apportano ai locali. Inoltre anche la ventola è poco rumorosa e questo, unito alla silenziosità del motore, è molto importante perché consente ai dipendenti di poter lavorare senza fastidiosi rumori di sottofondo e dunque lasciandoli liberi di potersi dedicare interamente e concentrare a fondo nel proprio lavoro.

Il risparmio energetico

Non bisogna sottovalutare infine la possibilità di risparmiare energia grazie alla tecnologia di azionamento del compressore a velocità variabile: è possibile infatti ottenere un concreto risparmio in termini di energia e di conseguenza anche una migliore salvaguardia dell’ambiente. Si tratta di soluzioni che rendono molto più facile il lavoro di tutti i giorni, che consentono di migliorare la velocità e la qualità della produzione, così da raggiungere una migliore competitività sul mercato.

Perché usare il codice sconto per lo shopping online

Il Codice Sconto è conosciuto anche con il nome di codice promozionale, coupon o voucher ed è un buono alfanumerico che da qualche anno è entrato a far parte della quotidianità degli utenti Internet complice la diffusione degli ecommerce. A differenza dei buoni cartacei, i codici sconto sono numeri e lettere da inserire nel carrello dei principali marketplace italiani ed internazionali per vedersi riconosciuta una riduzione dell’importo da pagare.

Le origini del codice sconto

La pratica del codice sconto ha origine nei primi anni del 2000 in concomitanza con la nascita del commercio elettronico. Successivamente i codici sconto sono stati portati al successo da portali come Groupon, che nel periodo 2008-2010 era uno dei principali operatori internazionali. Dopo una fase iniziale, anche gli e-commerce internazionali hanno iniziato ad emettere codici sconto per gli acquisti e questa pratica si è diffusa rapidamente anche in Italia.

Il codice sconto tipico è formato da una combinazione alfanumerica che l’utente applica nel carrello della spesa, inserendola in un apposito box quando fa acquisti sul negozio online preferito. Il codice viene immediatamente riconosciuto e applicato dal portale, assicurando così il risparmio desiderato.

Dove si trovano i codici sconto

Chi è alla ricerca di un codice sconto ha vari modi a disposizione per ottenere codici promozionali tramite Internet. Vediamo quali sono i due maggiormente utilizzati dai risparmiatori.

  1. Codici sconto sul sito del negozio online

Il primo modo per ottenere il codice sconto è trovarlo direttamente sullo shop online con cui si vuole effettuare l’acquisto. La maggior parte degli ecommerce inviano abitualmente codici promozionali agli utenti che si sono registrati o iscritti alla newsletter o si possono trovare tali coupon direttamente sul sito web dell’ecommerce.

  1. Codice sconto sui portali specializzati di coupon

Grazie al successo dei codici sconto sono nati anche in Italia portali specializzati nell’offerta di codici promozionali, come nel caso di Sconti e Buoni. Questi siti raccolgono, elencano e aggiornano in continuazione i coupon sconto di centinaia di negozi italiani. Non mancano i casi di voucher esclusivi offerti direttamente dal negozio online per i clienti di un determinato sito Internet.

Come vedi anche in Italia si è affermato il sistema del codice sconto ed oggi i clienti dei negozi e gli appassionati di shopping online non devono più aspettare festività e Black Friday per fare acquisti risparmiando. Scopri i migliori codici sconto su ScontieBuoni.it e acquista anche tu online al miglior prezzo!

Funzionamento e impiego degli spettrometri

Uno spettrometro è uno strumento indispensabile per l’analisi di materiali e metalli. Grazie a questo importante strumento è possibile combinare accuratezza ed efficienza con tempistiche di lavorazione davvero veloci.

I campi di applicazione di uno spettrometro

Uno spettrometro offre una vasta possibilità di campi di applicazione: esso può essere adoperato per misurazioni all’interno dell’area in cui avviene la produzione, direttamente in un cantiere o in qualsiasi altro luogo. Il passaggio da un luogo all’altro e l’eventuale cambio di temperatura non sono un problema per questo tipo di strumento, grazie alla termocamera stabilizzata di cui sono dotati, ed inoltre è necessaria una sola persona per il trasporto ed il funzionamento dell’intera attrezzatura.

Grazie ai moderni spettrometri commercializzati da Optoprim è possibile ottenere analisi di alta precisione ed un controllo rapido delle sostanze che compongono un determinato materiale. Ogni spettrometro è progettato per un particolare tipo di utilizzo, e per ogni attività di analisi c’è a disposizione l’attrezzatura più adeguata per ottenere l’analisi desiderata in breve tempo.

Uno strumento in grado di migliorare la qualità del lavoro

Parliamo di un prodotto che consente dunque di migliorare notevolmente la qualità del prodotto finito, grazie alle tecniche di misura e analisi che consentono di riuscire facilmente a identificare e classificare composti in materiali di ogni tipo, siano essi organici o meno.

Sul sito di Optoprim puoi visionare diversi modelli di spettrometri, camere iperspettrali e sorgenti di luce in base a quelle che sono le tue necessità. L’azienda, operativa dal 1994, offre supporto ai propri clienti e aiuta ad individuare quella che è l’attrezzatura tecnologica più opportuna in base alla tipologia di utilizzo che se ne intende fare.

Tra i prodotti di questa nicchia, sul sito ufficiale Optoprim è possibile visionare spettrometri AOTF per analisi di processo, camere spettrali, sorgenti di luce, spettrometri palmari per illuminotecnica e diverse altre tipologie di spettrometri ottici, tra i quali certamente non sarà difficile individuare quello maggiormente in grado di soddisfare le proprie necessità.

Lo spogliatoio della palestra, da servizio a business

 

Mai pensare che lo spogliatoio della palestra sia solo un luogo di passaggio o di servizio, uno spazio dove le persone si cambiano e basta. Nel corso del tempo, gli imprenditori più smart del settore del fitness hanno capito benissimo che lo spogliatoio è uno dei locali ai quali i clienti sono più attenti. Addirittura, spesso i frequentatori di palestre trascorrono più tempo tra queste mura che tra macchine, pesi, attrezzi o corsi. Un ambiente che dovrebbe essere, alla fine delle sedute di fitness, il luogo eletto per il comfort e le chiacchiere tra clienti. Che sicuramente commentano qui pregi e difetti della palestra stessa.

Spogliatoio, mai più senza…

Diversi sono gli aspetti che dovrebbero contraddistinguere uno spogliatoio di qualità, capace di comunicare al cliente piacevolezza e benessere. I principali elementi sono: pulizia, ambiente, comodità e funzionalità. Vediamo queste voci una per una.

Pulizia

Chi mai vorrebbe trovarsi svestito in un ambiente che comunica scarsa igiene? Nessuno, ovviamente. Ecco perché è importante che lo spogliatoio sia sempre ben areato e privo di cattivi odori, oltre che immacolato e ordinato. Anche se semplice, il locale dove ci sia cambia dovrebbe avere piani di appoggio, come delle panche facili da pulire, e armadietti perfettamente funzionanti e puliti. A maggior ragione la regola vale nei bagni e nelle docce: è fondamentale che l’igiene sia la priorità di ogni gestore.

Ambiente

Inutile investire in attrezzi e macchine nuove se gli spogliatoi cadono a pezzi. E’ questo il primo biglietto da visita per il cliente e l’ultimo ricordo prima di andare a casa. Meglio rinunciare a un set di pesi scintillante a favore di una sistemata del locale dove gli utenti si cambiano e si lavano.

Comodità

A seconda delle dimensioni della palestra e del numero di clienti vanno ben considerate anche le dimensioni dello spogliatoio e dei relativi bagni. Non dovrebbe, se possibile, formarsi la coda alle docce e agli asciugacapelli. Proprio per questo, conviene scegliere dei phon ultraveloci, che richiedono la metà del tempo rispetto a quelli standard. Eccellenza del settore sono gli asciugacapelli da parete Machflow, di produzione esclusiva Mediclinics. Si tratta di un apparecchio dalla linea ergonomica e di dimensioni contenute, però dotato di tubo estensibile fino a 2 metri, altissima potenza (velocità dell’aria fino a 200 km/h) e possibilità di regolazione automatica di della potenza del flusso d’aria. A tutto questo si aggiunge la resistenza attivabile con un interruttore on/off, un consumo di soli max 1000 W, certificati di sicurezza internazionali e il funzionamento automatico. Senza trascurare il design, perché in uno spogliatoio anche gli accessori devono essere non solo pratici (e anti atti vandalici) ma anche belli a lungo nel tempo. Già, perché gli asciugacapelli Machflow sono in vero acciaio inox, anche nella versione bianca, e quindi non temono ossidazione e ruggine.

Funzionalità

Il tempo è denaro, anche per chi frequenta una palestra. Via libera quindi a tutto quello che può far risparmiare minuti preziosi ai clienti e magari anche parte del budget al gestore. Si quindi ad asciugamani elettrici, che non richiedono ricambi e forniture continue come invece quelli di carta, e sì a dispenser per sapone e shampoo, così da non ritrovarsi bottigliette vuote o saponette abbandonate. In questo modo la funzionalità diventa non solo una scelta estetica, ma anche una strada verso la sostenibilità.

GenZ: tutto quello che i marketer dovrebbero sapere

Quali sono i trend che i marketer europei devono tenere in considerazione per intercettare i desideri di chi ha tra 14 e 27 anni?
In Europa i GenZ sono 48,5 milioni, di cui 7,6 milioni in Italia. Pur trattandosi di un segmento meno ampio rispetto alle generazioni precedenti (i Boomer sono quasi 70 milioni), i GenZ continuano a essere al centro delle attenzioni delle aziende.

L’Osservatorio Eumetra sfata diversi miti. Ad esempio, nonostante gli stereotipi sulla loro pigrizia, emerge l’ambizione e il desiderio di guadagnare, unita a nuove esigenze, come poter lavorare da casa e gestire l’equilibrio con la vita privata.

Tra risparmi e nuovi media

Un aspetto che i player del settore finanziario devono considerare riguarda il loro rapporto con il denaro. Che provenga dal lavoro o dalla ‘paghetta’, la grande maggioranza dei GenZ qualcosa vuole risparmiare. 
Inoltre, se i social per i GenZ sono anche un modo per esplorare brand o prodotti e fare acquisti, si affermano nuove pratiche di pagamento, come il Buy now, pay later’.

Quanto al rapporto con i media, e in particolare, con la TV, se quella lineare non è molto seguita dai GenZ, anche la TV in streaming deve competere con la visione di video o altro sulle diverse piattaforme online.
I marketer devono quindi chiedersi qual è la frequenza di esposizione a questi media, e che tipologie di contenuti sono preferiti.

Ansia ed eco-ansia

Anche l’ansia in parte è condizionata dai social e dalla proposta di corpi irrealistici, minacce sui cambiamenti climatici e video di guerra. Cosa possono fare i brand per supportare i giovani?
Prima di tutto devono chiedersi come è cambiata la relazione con il corpo rispetto al passato, e se persiste tra i giovani l’inseguimento di modelli irrealistici o c’è una maggiore accettazione di sé e delle diverse caratteristiche individuali.

È inoltre nota la sensibilità e l’attenzione delle nuove generazioni verso i temi della sostenibilità nella declinazione ambientale e sociale. Otto GenZ su 10 ritengono importante prendere misure urgenti per combattere il cambiamento climatico. Ma, oltre all’eco-ansia, qual è il peso di questi temi sulla loro visione del futuro?

La GenZ non è un monolite

Le prime edizioni dell’Osservatorio Eumetra hanno evidenziato un atteggiamento decisamente diverso nei confronti delle marche rispetto alle altre generazioni. Meno legati a notorietà e storicità della marche, i GenZ si attendono un ritorno dalle aziende e prestano attenzione alle testimonianza di consumatori reali.

Insomma, come possono i brand coinvolgere i GenZ, e quali sono gli stili e i linguaggi di comunicazione più adatti a parlare con loro?
Intanto non si deve guardare alla Gen Z come un monolite: i giovani non sono tutti uguali solo perché sono nella stessa fascia di età. I brand devono quindi capire che tipo di adolescenti sono i più giovani (15-19enni), che tipo di adulti stanno diventando coloro che entrano nella vita “attiva” (25-27enni), senza tralasciare chi ha tra 20 e 24 anni.

Sondaggio salute e sanità: gli italiani manifestano percezioni negative

Negli ultimi anni il sistema sanitario nazionale, ha dovuto affrontare una pressione intensa a causa della pandemia, evidenziando ritardi e carenze accumulati nel corso del tempo.
Ma la tutela della salute richiede necessariamente un sistema sanitario efficace, e un personale medico qualificato. E considerando l’invecchiamento della popolazione e le crescenti difficoltà nel reperire risorse pubbliche per sostenere la sanità, in futuro si prevede un onere ancora maggiore per il sistema.

Ma forse, si dovrebbe parlare della crescente difficoltà nel decidere di allocare risorse a questa voce di bilancio. Gli italiani ne sono consapevoli, e lo esprimono chiaramente. Metà popolazione valuta infatti negativamente le prestazioni del SSN.

Critici sul SSN, soddisfatti dei medici di base 

Il sondaggio a cura del team di Public Affairs di Ipsos sulla Giornata Mondiale della Salute 2024, celebrata ogni anno il 7 aprile, evidenzia una percezione piuttosto negativa da parte della popolazione italiana sul nostro sistema sanitario.

Il 50% della popolazione valuta negativamente le prestazioni offerte dal Sistema Sanitario Nazionale, mentre il 44% le valuta positivamente. La percentuale di valutazioni negative sale al 54% tra gli over 60, mentre solo per la Generazione Z il bilancio è positivo.
In questo contesto, per lo più critico, emerge il ruolo fondamentale dei medici di base, punto di riferimento imprescindibile per gli italiani, tanto che il 70% si dichiara soddisfatto. 

Un Sistema a due velocità: il divario tra Nord e Sud

Il divario Nord-Sud è invece evidente nel giudizio sul SSN. Si potrebbe affermare che la valutazione nazionale risulta negativa a causa dell’insoddisfazione preponderante nel Centro-Sud.
Nel Centro-Nord, infatti, i giudizi positivi (52%) superano quelli negativi (46%). Al contrario, al Sud prevale l’insoddisfazione, con il 57% di giudizi negativi rispetto a il 36% positivi.

Il divario si accentua ulteriormente quando i termini della questione vengono posti in maniera comparativa. Se i cittadini del Centro-Nord, in particolare del Nord-Est (51%), sono abbastanza convinti che la qualità delle prestazioni sanitarie nella loro regione sia superiore rispetto ad altre, solo l’11% dei cittadini del Sud afferma lo stesso.

Rinunciare alle cure per la difficoltà di accesso alle prestazioni

Il fenomeno della “rinuncia alle cure” è un aspetto estremamente critico che rischia di diventare drammatico. Nonostante molti italiani siano ancora in grado di trovare soluzioni private, non tutti possono farlo. 

Il problema principale risiede nell’accesso ai servizi di salute pubblica. Il 74% degli italiani ha dovuto affrontare tempi di attesa non sostenibili per ricevere cure, mentre il 56% ha riscontrato che il servizio necessario non era disponibile nella loro area di residenza o a una distanza ragionevole.
Il dato più preoccupante è che il 16% ha rinunciato alle cure proprio per queste circostanze.

Cinquecentomila abbandonano la scuola, ma “solo” 55.500 i cervelli in fuga

In Italia nel 2022 i giovani che hanno abbandonato la scuola prematuramente sono stati 465.000, l’11,5% della popolazione tra 18-24 anni, mentre i cosiddetti “cervelli in fuga” dal nostro Paese per trasferirsi all’estero sono stati 55.500. 
Di fatto, i primi sono 8 volte in più dei secondi, ma mentre la dispersione scolastica non è ancora avvertita come una piaga educativa dal costo sociale spaventoso, la fuga all’estero di tanti giovani lo è.

Se a queste specificità che caratterizzano il mondo giovanile si aggiungono la crisi demografica e la rivoluzione digitale, tutto ciò avrà inevitabili ricadute anche per le imprese.
Con sempre meno giovani, di cui molti con un livello di istruzione insufficiente, per tante Pmi trovare personale preparato sarà una missione impossibile. Lo sostiene l’Ufficio studi della CGIA. 

Abbiamo pochi diplomati e laureati 

L’Italia, rispetto ai principali Paesi dell’Unione, nel campo dell’istruzione/formazione scolastica presenta due problemi. Il primo è dovuto a un basso numero di diplomati e laureati, soprattutto in materie scientifiche.
L’interesse per l’AI varia tra i settori. Il secondo, riguarda un’elevata povertà educativa che secondo gli esperti, va di pari passo con la povertà economica.

Le cause che determinano la “fuga” dai banchi di scuola sono principalmente culturali, sociali ed economiche. 
I ragazzi che provengono da ambienti socialmente svantaggiati e famiglie con basso livello di istruzione hanno maggiori probabilità di abbandonare la scuola prima di aver completato il percorso di studi che li porta a conseguire almeno il diploma di maturità. 

Più risorse a sostegno degli istituti professionali 

Va altresì segnalato che talvolta, l’abbandono scolastico può essere causato da una insoddisfazione per l’offerta formativa disponibile.
In questo, senso si sottolinea il lavoro inclusivo svolto dagli istituti di Istruzione e Formazione Professionale (IeFP), realtà diventate nel tempo un punto di riferimento per gli allievi di nazionalità straniera, per quelli con disabilità e per gli studenti reduci da insuccessi scolastici precedenti.

Scuole che spesso operano in aree caratterizzate da un forte degrado urbano e sociale, ma che grazie allo straordinario lavoro antidispersivo svolto, andrebbero sostenute con maggiori risorse. 

La situazione più critica al Sud 

A livello territoriale sono le regioni del Sud che presentano i livelli di abbandono scolastico più elevati. Pertanto, dal confronto tra la dispersione scolastica e la “fuga di cervelli” è la Campania a presentare il gap più elevato (la prima è numericamente 16 più grande della seconda). Seguono Puglia e Sicilia (14), e Toscana e Sardegna (8). 

Sebbene la fuga dai banchi di scuola sia in calo in tutta Europa, tra i 20 Paesi dell’Eurozona nel 2022 l’Italia era al terzo posto per abbandono scolastico dei giovani tra 18 e 24 anni (11,5%). Solo la Spagna (13,9%) e la Germania (12,2%) presentavano un risultato peggiore del nostro (media dell’area Euro 9,7%).

Beni di consumo: 187 miliardi di fatturato, +5,2% nel 2023

È quanto emerge dal nuovo Barometro dei Consumi di NIQ: nel 2023 la spesa degli italiani per i beni di largo consumo e i beni tecnologici e durevoli è aumentata del 5,2% rispetto al 2022, per un fatturato complessivo di 187 miliardi di euro.

L’aumento è stato determinato in particolare dalla crescita del prezzo dei prodotti alimentari e per la cura della persona, mentre le famiglie sono rimaste più caute nelle spese di alcuni prodotti T&D (beni di consumo tecnologici, elettrodomestici, fai da te).
Il Barometro dei Consumi combina i dati di NIQ e GfK, e offre una panoramica completa della spesa nel settore FMCG (prodotti alimentari, deperibili, cura della casa e della persona) e nel settore T&D.

La crescita si deve all’aumento a doppia cifra dei prezzi

Nel 2023, nel settore del largo consumo, si è registrata una crescita del fatturato senza precedenti che ha superato i 134 miliardi di euro, +7,9% rispetto al 2022, alimentato principalmente dall’aumento a doppia cifra dei prezzi.

Nonostante l’inflazione abbia eroso il potere d’acquisto dei consumatori, i beni di prima necessità hanno mantenuto un livello stabile di vendite a volume, con una modesta flessione del -1,7% (nel perimetro dei prodotti confezionati). Secondo il Barometro dei Consumi, le categorie che hanno mostrato le performance migliori sono state il settore alimentare, con un aumento dell’8,9% e un giro d’affari di 82 miliardi di euro nel 2023, e il fresco, +8,2%.
Anche i prodotti per la cura della casa e della persona hanno registrato una solida crescita, pari a +7,0%.

L’effetto inflazione sulle vendite

Analizzando i dati trimestrali, emerge come l’effetto dell’inflazione, con un valore medio dell’11,3% nel 2023, sia stato più pronunciato nei primi sei mesi dell’anno.

Ciò ha contribuito a spingere le vendite, in crescita rispettivamente del 9,2% nel primo trimestre e del 9,8% nei mesi di aprile, maggio e giugno. Successivamente, l’inflazione si è stabilizzata, con una crescita delle vendite più moderata (+7,8%) nel terzo trimestre.
Nei mesi di ottobre, novembre e dicembre, l’effetto dell’inflazione si è attenuato ulteriormente, toccando il punto più basso di crescita a valore, pari al 5,1%.

T&D: un anno di alti e bassi

Il mercato dei beni tecnologici e durevoli (T&D) in Italia nel 2023 ha attraversato un anno di alti e bassi e una lieve decrescita rispetto al 2022, registrando un fatturato di 53 miliardi di euro.
Il settore dell’Home Improvement, che comprende prodotti per il miglioramento della casa e l’arredamento, ha iniziato il 2023 con una crescita solida (+5,3%), ma ha chiuso l’anno con una flessione del -0,2%.

Il settore Technical Consumer Goods (TCG), che include elettronica di consumo, telefonia, IT, prodotti per l’ufficio, fotografia e altri beni tecnologici, ha sofferto un calo significativo nel 2023, pari a -5,4%.
Tuttavia, alcune sottocategorie, come gli elettrodomestici, hanno registrato una crescita positiva nel 2023, e il settore ha chiuso l’anno a 6 miliardi di euro (+3,2%).

Grandi aziende italiane, che livello ha raggiunto l’automazione dei processi?

Il 42% delle grandi aziende italiane attualmente utilizza sistemi di automazione dei processi, una percentuale che aumenta al 60% tra le imprese con più di 1.000 dipendenti. Tuttavia, solo il 15% di queste imprese ha implementato progetti di automazione intelligente dei processi, combinando tecniche tradizionali con funzioni di intelligenza artificiale. Tale percentuale cresce al 34% tra le grandissime realtà, ma scende al 10% in quelle grandi (con 250-999 addetti).

Nonostante il 61% delle grandi aziende abbia avviato progetti di Intelligenza Artificiale, la maggior parte di essi si concentra sulla costruzione di sistemi di supporto alle decisioni piuttosto che sull’automazione.

Le funzioni aziendali più coinvolte

La ricerca condotta dall’Osservatorio Intelligent Business Process Automation della School of Management del Politecnico di Milano rivela che, tra le aziende che hanno sperimentato l’Intelligent Automation, le funzioni aziendali più coinvolte sono Accounting, Finanza e Controllo, seguite da Operations, Sales e Customer Service. Solo il 15% delle grandi aziende italiane ha formalizzato il know-how per renderlo fruibile per sistemi automatici abilitati dall’IA.

La ricerca evidenzia inoltre che molte aziende stanno sperimentando progetti di AI in fase di “test”, e dunque non ancora pienamente integrati nei processi aziendali. Il Responsabile Scientifico dell’Osservatorio, Giovanni Miragliotta, sottolinea che nonostante l’automazione dei processi di business sia un tema consolidato da circa dieci anni, le recenti capacità dell’Intelligenza Artificiale portano un nuovo livello di cambiamento. Un cambiamento ostacolato però da diverse barriere, tra cui l’integrazione di dati e tecnologie, le resistenze interne e la gestione delle reazioni dei clienti.

Il valore dei finanziamenti

La ricerca ha coinvolto 501 aziende attive nell’ambito dell’automazione dei processi a livello internazionale, che hanno ricevuto finanziamenti negli ultimi 20 anni, raccogliendo complessivamente 15 miliardi di dollari. Nel periodo dal 2014 al 2020, si è registrato un incremento significativo nel numero di aziende finanziate e nel valore dei contributi, con l’82% del totale dei finanziamenti raccolto tra il 2018 e il 2022.

L’adozione della business process automation può essere categorizzata in tre livelli incrementali: task-level, business process e business process reengineering. Questi livelli offrono diverse opportunità di valore per le organizzazioni e possono essere attivati in base alle esigenze specifiche.

Le soluzioni tecnologiche per l’automazione 

L’offerta di automazione dei processi comprende soluzioni tecnologiche come la Robotic Process Automation (RPA), con un’evoluzione verso funzionalità abilitate dall’Intelligenza Artificiale e dalla generative AI. L’importanza delle soluzioni di process intelligence, come task mining e process mining, è in crescita, anche se l’80% delle aziende che hanno automatizzato alcuni processi non ha utilizzato tali tecnologie.

Infine, l’Intelligenza Artificiale trova applicazione in diverse fasi di gestione e automazione dei processi aziendali, comprese categorie come business process management, sviluppo e funzionamento dell’automazione, interazione con l’automazione, automazione del processo e orchestrazione di più processi. Tuttavia, l’adozione di queste tecnologie è ancora in fase di sviluppo e la consapevolezza delle aziende riguardo alle opportunità offerte dall’IA è in continua crescita.

Minacce digitali: attacchi tramite e-mail +222% nel secondo semestre 2023 

Nella seconda metà del 2023 il phishing potenziato dall’AI ha colpito oltre il 90% delle organizzazioni, contribuendo in modo netto all’incremento del 222% degli attacchi sferrati via e-mail.
Emerge dal report globale di Acronis sulle minacce digitali, dal titolo ‘Incessante aumento degli attacchi informatici: PMI e MSP nel mirino’, relativo al secondo semestre 2023.

Il report conferma la tendenza alla diminuzione delle varianti e del numero di nuovi gruppi di ransomware, ma le famiglie più diffuse di questo vettore continuano a causare perdite di dati, e denaro, alle aziende di tutto il mondo. Inoltre, il report anticipa un’intensificazione degli attacchi con tattiche avanzate, come quelli alla supply chain, basati sull’AI e le incursioni sponsorizzate da Stati nazione.

Singapore, Spagna e Brasile i più colpiti dagli attacchi malware

Gli MSP devono prepararsi a far fronte a minacce specifiche per le loro attività. Tra queste, la strategia di ‘island hopping’, in cui gli aggressori sfruttano l’infrastruttura di un MSP per attaccare i clienti, o lo stuffing delle credenziali, con cui viene sfruttato l’ampio accesso ai sistemi di cui dispone un MSP.

Nell’ultimo trimestre 2023, i paesi più colpiti dagli attacchi malware (ogni malware circola in media 2,1 giorni prima di scomparire) sono stati Singapore, Spagna e Brasile.
Nello stesso periodo, Acronis ha bloccato quasi 28 milioni di URL sugli endpoint (- 36% rispetto al quarto trimestre 2022) e ha reso pubblici 1.353 casi di ransomware.

Il ransomware minaccia PA e medie/grandi imprese

Aumenta l’impiego di sistemi di AI generativa per avviare attacchi informatici e creare contenuti dannosi. WormGPT, FraudGPT, DarkBERT, DarkBART e ChaosGPT sono alcuni tra gli strumenti più utilizzati dagli hacker.
Ma è il ransomware la principale minaccia per le medie e grandi imprese, colpendo settori strategici come la PA e la sanità, mentre i furti di dati sono la seconda minaccia più diffusa.

I gruppi specializzati in ransomware più attivi nel 2023 includono invece LockBit, Cl0P, BlackCat/ALPHV, Play e 8Base.
Il provider italiano di servizi cloud Westpole per la PA ha subito un importante attacco che ha messo in crisi servizi per 1.300 amministrazioni pubbliche, tra cui 540 comuni. L’attacco, attribuito a LockBit 3.0, ha portato a operazioni manuali in diversi comuni, con ripercussioni sui pagamenti degli stipendi.

Non cessano gli attacchi agli MSP

Mentre l’agenzia italiana per la sicurezza informatica ha recuperato i dati di oltre 700 enti, il ripristino delle restanti 1.000 amministrazioni pubbliche rimane in difficoltà, sollevando preoccupazioni circa la capacità di Westpole di recuperare completamente i dati e adempiere agli obblighi nei confronti delle PA colpite.

Non cessano poi gli attacchi agli MSP, come la recente violazione di alto profilo che ha interessato numerose agenzie governative degli USA. Le vulnerabilità degli account di posta elettronica nel cloud di Microsoft, ad esempio, hanno causato la violazione di 60.000 e-mail appartenenti a 10 account del Dipartimento di Stato USA.

Rischi globali: come prevederli e affrontarli? 

Tensioni geopolitiche, crisi climatiche e incertezze economiche contribuiscono a un panorama globale instabile, caratterizzato da narrativa polarizzante e crescente insicurezza. E mentre le società si adattano a queste sfide, la capacità di cooperare a livello globale è messa alla prova.
In un mondo caratterizzato da crescente complessità, incertezza e frammentazione, la previsione e la gestione del rischio globale diventano sempre più cruciali per i leader aziendali e i policy maker.

Da quasi due decenni, il Global Risks Report del World Economic Forum (WEF) svolge un ruolo chiave nel processo decisionale strategico. Realizzato in collaborazione con Marsh McLennan e Zurich Insurance Group, il Report 2024 esplora le sfide più pressanti che il mondo dovrà affrontare nei prossimi anni, con particolare attenzione ai cambiamenti tecnologici, l’incertezza economica, i problemi legati a clima e conflitti.

Servono maggiore consenso e cooperazione

Il rapporto mette in luce la necessità di un maggiore consenso e cooperazione per affrontare efficacemente i rischi globali, identificando la possibilità di uno ‘sforzo minimo vitale’ per affrontare questi problemi in base alla loro natura.

Le intuizioni del rapporto sono supportate da dati originali sulla percezione del rischio globale, raccolti attraverso il Global Risks Perception Survey, che coinvolge leader globali provenienti da diverse aree, tra cui accademici, imprese, governi e società civile.
Guardando al futuro, il rapporto evidenzia la necessità di un dialogo aperto e costruttivo tra i leader del governo, delle imprese e della società civile per affrontare i rischi globali e sviluppare opportunità e soluzioni a lungo termine.

Il deterioramento delle prospettive globali nel 2023

Dalla persistenza dei conflitti letali in varie regioni del mondo alle condizioni meteorologiche estreme legate ai cambiamenti climatici, il 2023 è stato caratterizzato da una serie di sfide.
Il malcontento sociale è cresciuto in molti paesi, con proteste violente e rivolte che hanno dominato i cicli di notizie. Sebbene le conseguenze destabilizzanti a livello globale siano state in gran parte evitate, le prospettive a lungo termine suggeriscono la possibilità di ulteriori shock globali.

Il rapporto delinea quattro forze strutturali che modelleranno la gestione dei rischi globali nel prossimo decennio: i cambiamenti climatici, la biforcazione demografica, l’accelerazione tecnologica e gli spostamenti geostrategici. Queste transizioni saranno caratterizzate da incertezza e volatilità, mettendo alla prova la capacità delle società di adattarsi e rispondere efficacemente ai rischi globali.

Il ruolo del Global Risks Consortium

A sostenere l’iniziativa del World Economic Forum nella gestione dei rischi globali ci penserà il neo nato Global Risks Consortium.
Il nuovo consorzio si concentrerà sull’elaborazione di azioni proattive per affrontare i rischi globali, migliorando la comprensione e la diffusione della previsione del rischio e promuovendo l’azione concreta attraverso il dialogo nazionale e di settore.

L’obiettivo principale di questa iniziativa, riporta Adnkronos, è assicurare che i leader politici e aziendali di tutto il mondo prendano decisioni cruciali basate sulle migliori informazioni disponibili, con una chiara comprensione dei potenziali futuri e delle relative implicazioni.

Lavoro, è allarme burnout 

I dati sulla diffusione del burnout all’interno delle aziende sono sconcertanti: globalmente, circa il 20% dei dipendenti ne sperimenta i sintomi. la situazione è tale che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha ufficialmente riconosciuto il burnout come una condizione medica collegata allo stress cronico non gestito adeguatamente sul luogo di lavoro, includendolo nella classificazione internazionale delle malattie.

Il fenomeno, inoltre, colpisce in modo più significativo i lavoratori delle aziende più piccole, quelli senza posizioni manageriali e i giovani.

Impatto maggiore sui giovani 

In particolare, l’80% dei dipendenti appartenenti alle generazioni Z e Millennial sarebbe disposto a lasciare il lavoro a causa di una cultura aziendale tossica. La necessità di prestare attenzione ai processi di ascolto dei dipendenti è stata evidenziata da Francesca Verderio, leader delle pratiche di formazione e sviluppo di Zeta Service, un’azienda italiana specializzata in servizi HR e payroll.

Le cause del burnout: conflitti e stress

Conflitti interpersonali, mancanza di chiarezza su compiti, responsabilità e obiettivi, pressioni legate alle tempistiche e al carico di lavoro possono portare a confusione, stress e bassa produttività, contribuendo al burnout. La necessità di un’adeguata gestione dello stress sul lavoro è chiaramente indicata dall’OMS.

Cosa succede a livello globale?

Un recente sondaggio condotto dal McKinsey Health Institute su 30.000 dipendenti in 30 paesi evidenzia che il 22% dei lavoratori a livello globale sperimenta sintomi di burnout, con variazioni significative tra le nazioni. L’India registra il 59%, mentre il Camerun segna il 9%. L’Italia si posiziona nella parte bassa della classifica, con solo il 16% dei sintomi di burnout, nonostante manifesti un’elevata percentuale di stanchezza fisica e mentale (43%).

Il prezzo economico del burnout

Le dimissioni dei giovani rappresentano oggi una sfida per il 60% dei talent manager. Si tratta di un ostacolo all’introduzione di nuove competenze e alla crescita delle imprese. Il calo della soddisfazione lavorativa, registrato dal 2020, potrebbe causare una perdita di circa 8,8 trilioni di dollari in produttività a livello globale, riferisce Cnbc.

Un clima aziendale positivo è necessario per stare bene 

Un ambiente di lavoro positivo consente ai dipendenti di sperimentare un maggiore benessere e di essere più performanti. E’ inoltre correlato a una maggiore soddisfazione lavorativa, coinvolgimento, collaborazione e produttività. Un sondaggio PwC evidenzia che il miglioramento del benessere dei dipendenti potrebbe contribuire economicamente, ad esempio nel Regno Unito, con un valore compreso tra 130 e 370 miliardi di sterline all’anno.

Lavori del futuro: “spunta” il Sustainability Specialist 

Quali sono i lavori del futuro, o meglio le professioni emergenti? Lo rivela Linkedin che, in una classifica recentemente pubblicata, ha elencato le 15 figure che saranno più richieste a breve. Tra le professioni che prevedono nuove competenze e attitudini, spicca la quarto posto il ruolo del ‘Sustainability Specialist’, una figura sempre più richiesta e particolarmente significativa per la sostenibilità delle organizzazioni.

Chi è il Sustainability Specialist?

Il ‘Sustainability Specialist’ è una figura particolarmente ricercata nelle grandi città come Milano e Roma. Questi “esperti” sono incaricati di ideare, supervisionare e implementare strategie mirate al raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità aziendale. L’Unione europea ha sottolineato l’importanza di tali obiettivi, che coinvolgono interessi pubblici e privati, sociali e umanitari. Spesso questo ruolo è ricoperto da donne.

Le competenze richieste

Le competenze richieste per questa professione sono articolate. Comprendono infatti la rendicontazione di sostenibilità e la capacità di operare in contesti di consulenza per lo sviluppo sostenibile. Settori come la consulenza di servizi aziendali, la produzione di macchinari e la fabbricazione di mezzi di trasporto sono quelli maggiormente rappresentati.

La distribuzione per genere vede il 65% di donne e il 35% di uomini, con un grado di competenza medio richiesto pari a 2,8 anni di esperienza in ruoli analoghi.

Un contesto che cambia in fretta 

La presenza del ‘Sustainability Specialist’ nella top 5 delle professioni emergenti evidenzia come stia cambiando il mondo del lavoro, spinto anche da fattori come l’automazione e l’intelligenza artificiale. Questi professionisti operano in ambiti quali il project management, la consulenza ambientale e l’analisi del business. Tuttavia, la possibilità di lavorare da remoto resta limitata e si attesta intorno al 5%.

Le varie opportunità 

LinkedIn sottolinea che la classifica delle professioni in crescita offre insights utili per comprendere le tendenze che delineano il futuro della forza lavoro. In sintesi, dà informazioni preziose a chi desidera cambiare professione, rientrare nel mondo del lavoro o investire in competenze adatte alle sfide future.

La classifica delle professioni in crescita vede al primo posto i Sales Development Representative (addetti allo sviluppo commerciale), seguiti da Ingegneri dell’Intelligenza Artificiale e Analisti SOC (esperti di sicurezza informatica aziendale). Al quarto posto si collocano gli Sustainability Specialist di cui abbiamo scritto sopra e al quinto i Cloud engineer, che si occupano di monitoraggio e mantenimento dell’infrastruttura e dei server.

Lavoro: come rendere meno traumatico il rientro e iniziare l’anno con il piede giusto

Per lavoratori e aziende il mese di gennaio è il momento della ripresa delle attività. Una ripresa che però talvolta può essere davvero difficile.

“Gestire l’ansia e lo stress che molto spesso caratterizzano questi momenti diventa fondamentale per non avere conseguenze importanti sul proprio benessere”, spiega Massimo Mariani di Ab Lavoro, società di ricerca e selezione di personale qualificato.
Ripartire con il piede giusto dopo un periodo più o meno lungo di pausa, soprattutto all’inizio di un nuovo anno, è quindi importante per non rendere troppo traumatico il rientro in ufficio e la ripresa della routine quotidiana.

L’attenzione al benessere è fondamentale

Molto spesso accade purtroppo che il ritorno al lavoro sia accompagnato da una situazione di disagio, se non addirittura un vero e proprio malessere da rientro. Per fortuna, un occhio di riguardo alla salute fisica e mentale delle persone costituisce un elemento sempre più vincente nelle strategie di talent attraction delle aziende.

“L’attenzione al proprio benessere è ormai fondamentale per tutti i lavoratori, che da qualche tempo non sono più disposti a scendere a compromessi – aggiunge Giacomo Grilli, di Ab lavoro -. Le aziende, se non vogliono perdere le risorse migliori, dovranno necessariamente iniziare a tenere in grande considerazione queste nuove necessità e cercare, per quanto possibile, di curare il benessere dei propri dipendenti”.

Pianificare il rientro, organizzare il lavoro, mantenere i buoni propositi professionali

Ecco allora qualche consiglio per combattere lo stress da rientro. Anzitutto, se possibile, cercare di non rientrare il lunedì, ma i giorni successivi. In questo modo, la settimana si accorcia e si ha la sensazione di avere più tempo a disposizione e riprendere le attività con gradualità.
Prima di staccare preparare una lista delle attività in ordine di priorità da svolgere una volta rientrati. Un quadro preciso di ciò che ci aspetta sarà utilissimo per evitare ansie e stress inutili.

Inoltre, evitare di fissare appuntamenti importanti durante i primi giorni di lavoro, e se per molti gennaio è un ottimo momento per riflettere sulla propria carriera, rivedere il cv, aggiornare il proprio profilo Linkedin o valutare altre opportunità lavorative.

Coltivare le buone relazioni e staccare (davvero) la spina

Al rientro, è fondamentale continuare a curare la propria presenza online e allargare il proprio network, così da aumentare le opportunità di sviluppo di carriera.
Coltivare buone relazioni con i colleghi, anche fuori dall’ufficio: cercare occasioni di incontro informali o di svago può aiutare a ridurre lo stress da rientro.

Durante le ferie regalarsi del tempo per attività che la routine quotidiana impedisce di fare ricarica poi le energie. Spostare la mente, anche solo temporaneamente, dagli impegni lavorativi, consente di tornare con maggiore carica e lucidità.
Ultimo consiglio, come riporta Adnkronos: fare in modo che ogni giorno contenga una piccola vacanza (anche metaforica). Una piccola occasione di relax quotidiana contribuisce infatti a rendere il ritorno alla routine meno stressante.