Mese: Gennaio 2024

Lavoro, è allarme burnout 

I dati sulla diffusione del burnout all’interno delle aziende sono sconcertanti: globalmente, circa il 20% dei dipendenti ne sperimenta i sintomi. la situazione è tale che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha ufficialmente riconosciuto il burnout come una condizione medica collegata allo stress cronico non gestito adeguatamente sul luogo di lavoro, includendolo nella classificazione internazionale delle malattie.

Il fenomeno, inoltre, colpisce in modo più significativo i lavoratori delle aziende più piccole, quelli senza posizioni manageriali e i giovani.

Impatto maggiore sui giovani 

In particolare, l’80% dei dipendenti appartenenti alle generazioni Z e Millennial sarebbe disposto a lasciare il lavoro a causa di una cultura aziendale tossica. La necessità di prestare attenzione ai processi di ascolto dei dipendenti è stata evidenziata da Francesca Verderio, leader delle pratiche di formazione e sviluppo di Zeta Service, un’azienda italiana specializzata in servizi HR e payroll.

Le cause del burnout: conflitti e stress

Conflitti interpersonali, mancanza di chiarezza su compiti, responsabilità e obiettivi, pressioni legate alle tempistiche e al carico di lavoro possono portare a confusione, stress e bassa produttività, contribuendo al burnout. La necessità di un’adeguata gestione dello stress sul lavoro è chiaramente indicata dall’OMS.

Cosa succede a livello globale?

Un recente sondaggio condotto dal McKinsey Health Institute su 30.000 dipendenti in 30 paesi evidenzia che il 22% dei lavoratori a livello globale sperimenta sintomi di burnout, con variazioni significative tra le nazioni. L’India registra il 59%, mentre il Camerun segna il 9%. L’Italia si posiziona nella parte bassa della classifica, con solo il 16% dei sintomi di burnout, nonostante manifesti un’elevata percentuale di stanchezza fisica e mentale (43%).

Il prezzo economico del burnout

Le dimissioni dei giovani rappresentano oggi una sfida per il 60% dei talent manager. Si tratta di un ostacolo all’introduzione di nuove competenze e alla crescita delle imprese. Il calo della soddisfazione lavorativa, registrato dal 2020, potrebbe causare una perdita di circa 8,8 trilioni di dollari in produttività a livello globale, riferisce Cnbc.

Un clima aziendale positivo è necessario per stare bene 

Un ambiente di lavoro positivo consente ai dipendenti di sperimentare un maggiore benessere e di essere più performanti. E’ inoltre correlato a una maggiore soddisfazione lavorativa, coinvolgimento, collaborazione e produttività. Un sondaggio PwC evidenzia che il miglioramento del benessere dei dipendenti potrebbe contribuire economicamente, ad esempio nel Regno Unito, con un valore compreso tra 130 e 370 miliardi di sterline all’anno.

Lavori del futuro: “spunta” il Sustainability Specialist 

Quali sono i lavori del futuro, o meglio le professioni emergenti? Lo rivela Linkedin che, in una classifica recentemente pubblicata, ha elencato le 15 figure che saranno più richieste a breve. Tra le professioni che prevedono nuove competenze e attitudini, spicca la quarto posto il ruolo del ‘Sustainability Specialist’, una figura sempre più richiesta e particolarmente significativa per la sostenibilità delle organizzazioni.

Chi è il Sustainability Specialist?

Il ‘Sustainability Specialist’ è una figura particolarmente ricercata nelle grandi città come Milano e Roma. Questi “esperti” sono incaricati di ideare, supervisionare e implementare strategie mirate al raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità aziendale. L’Unione europea ha sottolineato l’importanza di tali obiettivi, che coinvolgono interessi pubblici e privati, sociali e umanitari. Spesso questo ruolo è ricoperto da donne.

Le competenze richieste

Le competenze richieste per questa professione sono articolate. Comprendono infatti la rendicontazione di sostenibilità e la capacità di operare in contesti di consulenza per lo sviluppo sostenibile. Settori come la consulenza di servizi aziendali, la produzione di macchinari e la fabbricazione di mezzi di trasporto sono quelli maggiormente rappresentati.

La distribuzione per genere vede il 65% di donne e il 35% di uomini, con un grado di competenza medio richiesto pari a 2,8 anni di esperienza in ruoli analoghi.

Un contesto che cambia in fretta 

La presenza del ‘Sustainability Specialist’ nella top 5 delle professioni emergenti evidenzia come stia cambiando il mondo del lavoro, spinto anche da fattori come l’automazione e l’intelligenza artificiale. Questi professionisti operano in ambiti quali il project management, la consulenza ambientale e l’analisi del business. Tuttavia, la possibilità di lavorare da remoto resta limitata e si attesta intorno al 5%.

Le varie opportunità 

LinkedIn sottolinea che la classifica delle professioni in crescita offre insights utili per comprendere le tendenze che delineano il futuro della forza lavoro. In sintesi, dà informazioni preziose a chi desidera cambiare professione, rientrare nel mondo del lavoro o investire in competenze adatte alle sfide future.

La classifica delle professioni in crescita vede al primo posto i Sales Development Representative (addetti allo sviluppo commerciale), seguiti da Ingegneri dell’Intelligenza Artificiale e Analisti SOC (esperti di sicurezza informatica aziendale). Al quarto posto si collocano gli Sustainability Specialist di cui abbiamo scritto sopra e al quinto i Cloud engineer, che si occupano di monitoraggio e mantenimento dell’infrastruttura e dei server.

Lavoro: come rendere meno traumatico il rientro e iniziare l’anno con il piede giusto

Per lavoratori e aziende il mese di gennaio è il momento della ripresa delle attività. Una ripresa che però talvolta può essere davvero difficile.

“Gestire l’ansia e lo stress che molto spesso caratterizzano questi momenti diventa fondamentale per non avere conseguenze importanti sul proprio benessere”, spiega Massimo Mariani di Ab Lavoro, società di ricerca e selezione di personale qualificato.
Ripartire con il piede giusto dopo un periodo più o meno lungo di pausa, soprattutto all’inizio di un nuovo anno, è quindi importante per non rendere troppo traumatico il rientro in ufficio e la ripresa della routine quotidiana.

L’attenzione al benessere è fondamentale

Molto spesso accade purtroppo che il ritorno al lavoro sia accompagnato da una situazione di disagio, se non addirittura un vero e proprio malessere da rientro. Per fortuna, un occhio di riguardo alla salute fisica e mentale delle persone costituisce un elemento sempre più vincente nelle strategie di talent attraction delle aziende.

“L’attenzione al proprio benessere è ormai fondamentale per tutti i lavoratori, che da qualche tempo non sono più disposti a scendere a compromessi – aggiunge Giacomo Grilli, di Ab lavoro -. Le aziende, se non vogliono perdere le risorse migliori, dovranno necessariamente iniziare a tenere in grande considerazione queste nuove necessità e cercare, per quanto possibile, di curare il benessere dei propri dipendenti”.

Pianificare il rientro, organizzare il lavoro, mantenere i buoni propositi professionali

Ecco allora qualche consiglio per combattere lo stress da rientro. Anzitutto, se possibile, cercare di non rientrare il lunedì, ma i giorni successivi. In questo modo, la settimana si accorcia e si ha la sensazione di avere più tempo a disposizione e riprendere le attività con gradualità.
Prima di staccare preparare una lista delle attività in ordine di priorità da svolgere una volta rientrati. Un quadro preciso di ciò che ci aspetta sarà utilissimo per evitare ansie e stress inutili.

Inoltre, evitare di fissare appuntamenti importanti durante i primi giorni di lavoro, e se per molti gennaio è un ottimo momento per riflettere sulla propria carriera, rivedere il cv, aggiornare il proprio profilo Linkedin o valutare altre opportunità lavorative.

Coltivare le buone relazioni e staccare (davvero) la spina

Al rientro, è fondamentale continuare a curare la propria presenza online e allargare il proprio network, così da aumentare le opportunità di sviluppo di carriera.
Coltivare buone relazioni con i colleghi, anche fuori dall’ufficio: cercare occasioni di incontro informali o di svago può aiutare a ridurre lo stress da rientro.

Durante le ferie regalarsi del tempo per attività che la routine quotidiana impedisce di fare ricarica poi le energie. Spostare la mente, anche solo temporaneamente, dagli impegni lavorativi, consente di tornare con maggiore carica e lucidità.
Ultimo consiglio, come riporta Adnkronos: fare in modo che ogni giorno contenga una piccola vacanza (anche metaforica). Una piccola occasione di relax quotidiana contribuisce infatti a rendere il ritorno alla routine meno stressante.