Mese: Ottobre 2023

Carovita, si “taglia” anche sul consumo di vino

Gli effetti della crisi economica si fanno sentire anche nel settore vinicolo italiano. Nei primi otto mesi di quest’anno, le quantità di vini fermi e frizzanti italiani acquistati nei principali 12 mercati internazionali (quelli che costituiscono oltre il 60% delle importazioni mondiali di vino) hanno subito una contrazione dell’8%. Gli spumanti, che avevano registrato una crescita costante nell’ultimo decennio, hanno visto una diminuzione del 9%.

Queste variazioni seguono una tendenza negativa che coinvolge molti paesi esportatori, incluso il primo mercato di sbocco italiano, gli Stati Uniti, che ha ridotto le importazioni di vino italiano del 13%.

Le esportazioni registrano un calo

Gli Stati Uniti e i mercati internazionali sono stati oggetto di un’analisi approfondita nel contesto del X Forum Wine Monitor, organizzato da Nomisma e arricchito dai contributi di esperti del settore come Federico Zanella, Presidente & CEO di Vias Imports, e Lamberto Frescobaldi, Presidente della Marchesi Frescobaldi.

Negli Stati Uniti, la riduzione della spesa media dei consumatori ha colpito tutti i principali esportatori di vino, tranne la Nuova Zelanda, che ha registrato una crescita delle esportazioni del 20% nei primi otto mesi di quest’anno grazie al suo Sauvignon Blanc.

Meno brindisi anche sul mercato interno

Anche sul mercato interno italiano, la situazione non è rosea. Le vendite di vino al dettaglio hanno registrato una contrazione del 2% a settembre, con una diminuzione più significativa nei supermercati per i vini fermi (-3,8%). Le uniche eccezioni sono gli acquisti di spumante, che sono cresciuti del 2,3%, ma questa crescita nasconde una tendenza alla sostituzione con spumanti generici a scapito di quelli a denominazione, Doc e Docg.

Le previsioni sui consumi futuri degli italiani non sono positive, con il 16% dei consumatori che prevede di ridurre gli acquisti di vino per risparmiare sulla spesa in generale. Questo colpisce soprattutto le piccole imprese vinicole, che spesso affrontano problemi finanziari a causa di pesanti indebitamenti, aggravati dalla stretta sui tassi di interesse. Queste piccole imprese rappresentano l’85% delle aziende vinicole e quasi il 50% degli addetti del settore.

Per i produttori la vera sfida è l’internazionalizzazione

Tuttavia, non è solo una questione di situazione finanziaria. Un’indagine condotta da Wine Monitor ha rivelato che le imprese vinicole italiane ritengono fondamentale pianificare strategie, ottimizzare i processi produttivi e cercare l’internazionalizzazione come risposta alle sfide attuali.
Un punto positivo è la chiusura dei negoziati sul nuovo regolamento europeo riguardante le indicazioni geografiche, Dop e Igp. Questo regolamento garantirà una maggiore protezione per i vini italiani a indicazione geografica sul mercato europeo e metterà fine alle “copie”, proteggendo così le eccellenze enologiche italiane.

Boom di attacchi ransomware nel 2023: come difendersi?  

Nella prima metà del 2023, in tutto il mondo si è registrato un notevole incremento degli attacchi ransomware, con una crescita addirittura del 27%. Questi fenomeni hanno avuto costi pesanti: si stima che abbiano provocato una perdita media di 365.000 dollari per le aziende coinvolte.
Christian Maggioni, executive managing director & equity partner di Altea 365 e chief information security officer di Altea Federation, ha indicato alcune raccomandazioni  per limitare il rischio sempre più frequente di subire un attacco ransomware.

Abilitare l’autenticazione a più fattori (MFA)

Un passo essenziale nella difesa contro gli attacchi ransomware è l’implementazione dell’autenticazione a più fattori (MFA). Questa misura di sicurezza aggiuntiva rende più difficile per i malintenzionati accedere ai sistemi, richiedendo una seconda forma di verifica oltre alle credenziali di accesso.

Creare copie di backup in formati diversi

È fondamentale avere un solido piano di backup. L’esperto consiglia di creare almeno tre copie di backup dei dati aziendali in due formati di file diversi. Questo approccio garantisce che, in caso di attacco ransomware, i dati possano essere ripristinati senza dover cedere al riscatto.

Effettuare gli aggiornamenti  

Mantenere sistemi operativi e software costantemente aggiornati è un’ottima pratica per mitigare i rischi di sicurezza. Gli aggiornamenti spesso contengono patch per vulnerabilità note e migliorano la sicurezza complessiva dei sistemi.

Verificare le email prima di aprirle

Le email sono spesso veicoli per gli attacchi di phishing. È fondamentale istruire i dipendenti a verificare attentamente le email prima di aprirle o fare clic su link o allegati. L’attività di verifica può prevenire l’apertura di email dannose o fraudolente.

Come gestire un attacco informatico 

In caso di richiesta di riscatto dopo un attacco ransomware, è importante mantenere la calma. La presenza di un sistema di backup affidabile consente un rapido ripristino dei dati senza dover pagare un riscatto.

Quali sono i 5 principali pericoli nel 2024?

Un nuovo report riportato da Infosecurity Magazine evidenzia i principali pericoli che le aziende dovranno affrontare nel 2024 in relazione agli attacchi informatici. Gli attacchi ransomware rappresentano una delle principali minacce. I malintenzionati bloccano i file aziendali con chiavi criptografiche complesse e chiedono un riscatto in criptovaluta per il ripristino.
Gli attacchi di phishing sono comuni, ma ancor più pericoloso è il BEC, dove i criminali assumono il controllo di caselle di posta elettronica per condurre truffe finanziarie. Il Denial of Service (DoS)è un tipo di attacco che impedisce alle aziende di erogare i propri servizi ai clienti ed è temuto, in particolare, da istituzioni e organi di informazione. Spesso trascurato, l’atto di esfiltrare dati comporta rischi significativi. I dati rubati possono essere utilizzati per frodi ulteriori e portare a violazioni della privacy con conseguenti ammende fino al 4% del fatturato.

Le aziende dovrebbero essere vigili e attente a questa minaccia sottostimata. Infine, il quinto pericolo per le aziende è quello di non disporre internamente di professionisti della sicurezza informatica.

L’e-commerce spinge i negozi di vicinato a reinventarsi

La crescita dell’e-commerce in Italia, con una penetrazione che si attesta intorno al 12%, non è un fenomeno isolato rispetto alla perdita di posti di lavoro nei settori tradizionali. Al contrario, il commercio online ha incentivato i negozi tradizionali a sfruttare nuovi canali per rinnovarsi. Questo è il risultato di uno studio condotto dalla Fondazione De Gasperi, con il supporto di Amazon, presentato a Roma. Secondo la ricerca, il 71% dei consumatori ritiene che i negozi di vicinato che hanno abbracciato l’e-commerce abbiano migliorato la qualità e la quantità dei servizi offerti ai clienti grazie alla presenza di siti di vendita online. Inoltre, il 60% dei clienti apprezza di poter utilizzare i propri negozi di fiducia come punti di ritiro per gli acquisti online.

La rivoluzione nel settore del commercio

L’e-commerce sta trasformando il panorama commerciale in Italia, influenzando il modo in cui le aziende operano e come i consumatori effettuano i propri acquisti. Molte aziende stanno adottando strategie multicanale, combinando le vendite fisiche e digitali. 

La ricerca dimostra che le dinamiche occupazionali, in contrasto con le aspettative, non confermano un legame causale tra l’e-commerce e la perdita di posti di lavoro nei settori tradizionali. Negli ultimi 10 anni, fino all’arrivo della pandemia, il settore del commercio ha sperimentato una crescita, in coincidenza con la diffusione dell’e-commerce.

Un’opportunità e non una minaccia

L’e-commerce non è di per sé una minaccia, ma può rappresentare un’opportunità per le imprese. La ricerca mette in luce come l’occupazione nelle piccole e medie imprese segua dinamiche locali più che nazionali. L’aumento dell’1% della popolazione in un’area si traduce in un incremento dell’1,2% nell’occupazione nel settore commerciale. Nonostante il commercio elettronico rappresenti circa il 12% delle vendite totali, il commercio tradizionale continua a dominare il mercato, costituendo circa il 90% degli acquisti del settore.

Sostenibilità e impatto ambientale

L’e-commerce offre opportunità di ottimizzare i processi di distribuzione, riducendo il numero di clienti in circolazione e gli spostamenti inutili, contribuendo così a ridurre l’impatto ambientale e a migliorare la sostenibilità del settore commerciale.

Un trampolino di lancio per le imprese italiane

L’e-commerce rappresenta un trampolino di lancio per molte imprese italiane, soprattutto per le più piccole. È importante sfatare gli stereotipi che circondano l’e-commerce e riconoscerlo come un’opportunità di crescita. Può aprire nuovi mercati e favorire l’export dei prodotti italiani all’estero.

In conclusione, il commercio sta evolvendo inevitabilmente, ma è necessario unire le forze, pubbliche e private, per affrontare le sfide e sostenere lo sviluppo del settore, valorizzando il tessuto delle piccole e medie imprese italiane.