Mese: Aprile 2023

Mercato smartphone in calo del 12% nel primo trimestre 2023

È il quinto trimestre consecutivo in calo, l’ennesimo, che per il settore degli smartphone sta diventando la nuova normalità. Secondo i dati della società di analisi Canalys nel primo trimestre 2023 il mercato degli smartphone ha registrato un -12% rispetto allo stesso periodo del 2022. 
Gli analisti confermano che la domanda degli smartphone è ancora debole, specie nel segmento di fascia bassa, di conseguenza le scorte sono state ridotte e la produzione è stata mantenuta a livelli bassi. A trainare il mercato, i modelli con supporto alla connettività 5G e i pieghevoli, segmento che al momento non conosce crisi.

Samsung torna in vetta, ma con il peggior risultato dal 2009

Più in particolare, Samsung riporta un leggero miglioramento, e torna in vetta alla classifica con una quota di mercato del 22% (era al 20% nel trimestre precedente) superando Apple, che scende dal 25 al 21%. Sul terzo gradino del podio Xiaomi, con una quota di mercato dell’11%, seguita da Oppo (10%) e Vivo (8%). Secondo gli ultimi risultati preliminari, però, Samsung si avvia a chiudere il primo trimestre dell’anno con il peggior risultato dal 2009, appesantito dalle perdite generate dalla sua divisione di semiconduttori, mentre secondo i dati della società di analisi Idc, nei primi tre mesi del 2023 Apple ha registrato un calo delle consegne di personal computer del 40,5%, riferisce Ansa.

La domanda resta debole nonostante riduzioni di prezzo e promozioni

“Il declino del mercato degli smartphone nel primo trimestre 2023 rientrava nelle aspettative di tutto il settore – spiega l’analista di Canalys, Sanyam Chaurasia -. Nonostante le riduzioni di prezzo e le forti promozioni da parte dei venditori, la domanda dei consumatori è rimasta debole, in particolare nel segmento di fascia bassa a causa dell’elevata inflazione che ha colpito la fiducia e la spesa. Inoltre, il continuo rallentamento della domanda degli utenti finali ha innescato un’importante ondata di riduzione delle scorte lungo l’intera catena di approvvigionamento, con canali che riducono i livelli di inventario per garantire le operazioni. Per mantenere un basso livello di volume di vendita, i fornitori hanno continuato a utilizzare tecniche di produzione caute, che hanno avuto un impatto negativo a lungo termine sulla catena di fornitura dei componenti”.

Anche per i pc numeri più bassi degli ultimi 10 anni

Una ricerca Counterpoint, inoltre, rivela che nel primo trimestre 2023 le spedizioni globali di pc sono diminuite del 28% su base annua, registrando i numeri trimestrali più bassi degli ultimi 10 anni, escluso il primo trimestre 2020, quando la pandemia ha interrotto la produzione.
Il calo del primo trimestre 2023 è dovuto al continuo ritardo nella ripresa della domanda a causa di una correzione delle scorte. Tuttavia, regna un cauto ottimismo. Counterpoint ritiene che il mercato complessivo dei pc inizierà a riprendersi gradualmente nella seconda metà del secondo trimestre 2023, il che aprirà la strada a uno slancio relativamente più forte nel secondo semestre dell’anno.

Generazione Z e Alpha, come cambieranno i viaggi d’affari?

I più giovani della Gen Z e della Gen Alpha stanno per entrare sul mercato del lavoro ed entro il 2030 saranno le fascia di popolazione predominante. Per questo motivo SAP Concur, riferimento nel settore delle soluzioni di gestione dei viaggi aziendali, ha pubblicato un documento intitolato “Prepararsi per la Gen Z e la Gen Alpha: come le generazioni più giovani cambieranno i viaggi d’affari e la gestione delle spese” per aiutare i travel manager e i leader aziendali a capire come le operazioni di viaggio e spese dovranno essere adattate in futuro.

Tecnologia e personalizzazione i concetti chiave

In questa fase, le imprese dovranno essere pronte ad aprirsi ai nuovi standard. La tecnologia, la personalizzazione e la sostenibilità saranno i concetti chiave. La velocità della rete, il passaggio al digitale e gli smartphone influenzeranno le aspettative dei lavoratori. Come rivela il report, le aziende devono essere all’avanguardia e al passo con un mondo digitale in continua evoluzione e dal ritmo incalzante, per garantire la fidelizzazione dei dipendenti e rimanere al contempo produttive e redditizie. La velocità di internet e l’utilizzo di smartphone e applicazioni mobili influiscono sulle preferenze di comunicazione sia dei lavoratori di oggi sia del futuro. Secondo una ricerca commissionata da LivePerson, il 65% degli intervistati della Gen Z preferisce comunicare digitalmente piuttosto che di persona; ciò ha portato a contatti più brevi, frequenti e diretti tra i dipendenti.

La sostenibilità si conferma una priorità 

Con l’arrivo in azienda della Gen Z, crescerà anche l’esigenza di trattamenti personalizzati da parte del datore di lavoro. Dall’altra parte, i nuovi arrivati daranno priorità alla sostenibilità. Nel 2022, il 100% degli intervistati di questa generazione dichiarerà di voler ridurre il proprio impatto ambientale durante i viaggi per affari nel 2020. Perciò, le aziende devono investire in tecnologia avanzata ed obiettivi misurabili sul fronte verde per trattenere ed attirare talentuosi dipendenti. Secondo Gabriele Indrieri, VP e Managing Director di SAP Concur EMEA South: “Le aziende devono adottare le tecnologie più recenti e stabilire obiettivi di sostenibilità misurabili per attrarre e trattenere i talenti. Per questo motivo, i leader del settore T&E dovrebbero iniziare a discutere con i loro partner operativi, con la direzione dell’ufficio e con gli altri dirigenti dell’azienda per fare il punto sulla situazione e su come tali operazioni potrebbero dover cambiare in futuro”.

Economia circolare e tecnologia ricondizionata: Italia vince in Europa

Stando a quanto emerso dal Rapporto 2022 sull’Economia Circolare in Italia del Circular Economy Network, l’Italia, insieme alla Francia, è il Paese che lo scorso anno ha registrato le migliori performance di circolarità. La percentuale di riciclo di tutti i rifiuti ha raggiunto il 68% (contro la media europea del 35%) e il tasso di uso circolare della materia ha toccato il 21,6% (media europea del 12,8%). Se l’economia circolare è un modello realizzabile per la salvaguardia dell’ambiente, quali sono per gli italiani le pratiche più rilevanti da attuare? Secondo una ricerca condotta da SWG e commissionata da Swappie, soprattutto il riutilizzo dei materiali e il riuso di prodotti, anche tecnologici, già esistenti.

Preoccupa la gestione degli e-waste

L’economia circolare si riferisce a un sistema economico pensato per potersi auto-rigenerare e che attraverso azioni come ricondizionamento, riutilizzo e riciclo punta a estendere il più a lungo possibile il ciclo di vita di materiali e prodotti, riducendo al minimo scarti e rifiuti. Per gli italiani questo modello è applicabile anche nel settore tecnologico: per tre intervistati su quattro i rifiuti elettronici possono essere trasformati in risorse, avere una nuova vita e quindi essere re-inseriti nel mercato.
Ad alimentare questa visione ottimista è anche la preoccupazione per la gestione degli e-waste, diffusa soprattutto tra gli over 40, per i quali questo problema è infatti ancora sottovalutato. Per il 58% degli italiani il ricondizionato è simile al nuovo dal punto di vista del funzionamento, e tra i giovani questa percentuale sale a oltre due terzi. 

Limitare i rifiuti elettronici 

Non sorprende che l’ottimizzazione della gestione dei rifiuti e l’utilizzo di fonti rinnovabili siano al primo posto per gli italiani, considerando gli attuali incrementi della produzione di rifiuti pro-capite e i rincari dell’energia. Le altre due pratiche determinanti per un mondo più sostenibile, soprattutto per i Millennials, sono il riutilizzo dei materiali e il riuso di prodotti già esistenti con un miglioramento delle caratteristiche originarie. Gli intervistati riconoscono inoltre che lo sviluppo del settore del ricondizionato potrebbe avere un impatto positivo nel limitare i rifiuti elettronici (87%) e nell’educare a un modello di economia circolare (86%).

Un modello di sviluppo possibile?

Il 57% degli intervistati da SWG, riporta Adnkronos, ritiene poi che un nuovo modello di sviluppo più sostenibile basato sull’economia circolare sia un percorso attuabile. E di fronte alla definizione dei suoi principi guida l’82% ne riconosce il ruolo potenzialmente determinante per la tutela dell’ambiente. Ma rispetto all’effettiva capacità del ricondizionato, il riciclato e l’usato di diffondersi come modello economico, invece, gli italiani sono più scettici che ottimisti. Il 23% è convinto che il modello di economia circolare avrà una diffusione notevole, mentre il 59% sostiene che l’economia circolare non riuscirà a diffondersi abbastanza per essere efficace.