Lavoro, flessibilità è la parola chiave 

Littler, il più grande studio di diritto del lavoro, ha recentemente pubblicato il suo sesto rapporto annuale, l’European Employer Survey Report. Dopo aver coinvolto quasi 800 HR manager e imprenditori in tutta Europa, il sondaggio rivela le soluzioni adottate dai datori di lavoro di fronte ai cambiamenti culturali nella gestione del rapporto di lavoro. Quale strategia chiave emerge con evidenza? La flessibilità innanzitutto.

Lavoro ibrido, una tendenza destinata a durare  

Dopo anni di sconvolgimenti e incertezze, i luoghi di lavoro in tutta Europa stanno definendo un nuovo modo di operare, con modelli flessibili e ibridi destinati a durare anche nel futuro. Nel 2023, il 30% dei datori di lavoro sceglie il lavoro completamente in presenza, mentre la maggioranza (il 58%) adotta modelli ibridi che consentono una parziale presenza in ufficio. Questo trend rimane simile all’indagine del 2022, indicando una stabilizzazione delle nuove modalità di lavoro.

Italia in transizione e differenze con gli altri Paesi

In Italia, il 33% dei datori di lavoro richiede ai dipendenti di essere completamente in ufficio nel 2023, rispetto al 52% dell’anno precedente. Il 44% ora offre modelli ibridi, riflettendo un allineamento alle preferenze dei dipendenti verso una maggiore flessibilità e un corretto life-work balance.
E nel resto del Vecchio Continente? La Germania spicca nell’analisi con solo il 22% delle aziende che impone il ritorno in ufficio. L’Italia mostra un atteggiamento aperto all’innovazione, con il 76% che utilizza l’IA predittiva e il 78% quella generativa, superando Francia e Germania.

Sfide legali, operative e pratiche 

Quasi la metà degli intervistati (48%) permette ai dipendenti di lavorare da remoto anche dall’estero, mentre il 38% considera una settimana lavorativa di quattro giorni. Queste scelte, sebbene innovative, portano con sé notevoli sfide legali, operative e pratiche. Mentre il 61% degli intervistati dichiara di utilizzare strumenti di AI predittiva nell’HR, il 39% evita ancora di farlo. In Italia, il 76% utilizza l’AI predittiva, evidenziando un approccio aperto rispetto a Francia e Germania.
Inoltre il 75% dei datori di lavoro trova impegnativo gestire le aspettative relative alle questioni sociali e culturali poste dai dipendenti. Le questioni legali sul luogo di lavoro sono una preoccupazione chiave per il 64% degli intervistati, con l’Italia al 70%.

Gli altri temi “caldi” 

Il rapporto approfondisce anche temi cruciali come la salute mentale, le direttive Ue sulla trasparenza delle retribuzioni, la protezione dei whistleblower e le iniziative ambientali, sociali e di governance (ESG). Presentato durante la Littler 2023 European Executive Employer Conference ad Amsterdam, il rapporto offre un’analisi dettagliata delle tendenze europee.