Inflazione e aumento dei prezzi cambiano modalità e abitudini di spesa

L’aumento dei prezzi è dovuto a molteplici fattori, ma il conflitto in corso e l’incremento dei costi dell’energia sono ritenute le cause principali, e il consumatore è il soggetto più penalizzato.
Nonostante la maggior parte degli italiani dichiara di non intravedere, nei prossimi 12 mesi, una modifica sostanziale della propria situazione economica, la preoccupazione per l’inflazione in Italia nel 2022 è elevata. L’Osservatorio inflazione di Ipsos, giunto alla sua terza rilevazione nel corso del 2022, racconta un progressivo cambiamento nelle modalità e abitudini di spesa degli italiani, che devono fare i conti con una condizione economica personale non soddisfacente, dichiarata da oltre un individuo su 2.

Le strategie di riduzione dei consumi

Il 67% di coloro che sono insoddisfatti della propria condizione economica è preoccupato di non riuscire a fare quadrare i conti a fine mese (+10% rispetto a maggio). Questa amplifica l’attenzione all’oggi e alla quotidianità, distogliendo lo sguardo da un futuro che appare sempre più incerto e imprevedibile. I consumatori hanno registrato un aumento dei prezzi che nel corso del tempo si è esteso a un numero sempre maggiore di categorie di prodotti e servizi. Le categorie dove i consumatori hanno riscontrato i maggiori rincari sono soprattutto le utenze energia-gas (87%), l’alimentare (86%), i carburanti (85%), i ristoranti-pizzerie (72%) e i bar-pub-locali (62%).

Più discount e acquisti online

Nonostante gli aumenti dei prezzi, alcune categorie appaiono meno coinvolte di altre nella riduzione dei consumi (alimentari, cura della casa, della persona, telefonia) mentre per altre i consumatori dichiarano di voler contenere la spesa e ridurne l’utilizzo. In particolare, oltre il 70% dei clienti di ristoranti e bar ne ridurrà la frequentazione. Tutte le categorie saranno comunque oggetto di strategie volte al contenimento della spesa. In generale, prima di cercare di ridurre i consumi, si cercano promozioni che possono riguardare sia prodotti abituali sia nuovi acquisti. La ricerca del prezzo più conveniente genera una maggior frequentazione di discount e mercati rionali, oppure, un maggior utilizzo dei canali online e l’acquisto di marche meno costose. Per i beni durevoli si posticipa la spesa, e quando possibile, si ipotizza la rinuncia all’acquisto.

Il fenomeno della shrinkflation

Il costante aumento dei prezzi porta il consumatore a fare sempre più confronti e a essere più attento a cosa acquista. In particolare, è attento a confrontare il prezzo pagato per la quantità ottenuta. In questo modo si rende conto che è sempre più diffuso il fenomeno della shrinkflation, ossia la pratica di ridurre il packaging e il contenuto dei prodotti, ma senza una relativa diminuzione di prezzo. I dati della terza rilevazione dell’Osservatorio rivelano che oltre 2 consumatori su 3 (68%) preferirebbero avere una quantità invariata di prodotto a fronte di un prezzo in crescita, perché questo consentirebbe una miglior possibilità di confronto.