Negozio fisico o ecommerce? Un italiano su tre preferisce ancora il punto vendita reale

Anche se gli acquisti effettuati tramite il nostro smartphone e il nostro PC sono all’ordine del giorno per la maggioranza degli italiani, esiste ancora uno “zoccolo duro” che preferisce il negozio reale. E non si tratta di una percentuale così ridotta: circa il 33%, vale a dire che un nostro connazionale su tre continua a prediligere un punto vendita fisica all’e-commerce. Però, anche chi manifesta una forte affezione al negozio desidererebbe dei punti vendita differenti: li vorrebbe infatti ecologici, umani e piacevoli,  con strumenti digitali che permettano di personalizzare i prodotti e aiutino a risparmiare tempo, sfruttando alcuni dei vantaggi del canale online come punti di ritiro e servizi di consegna. L’identikit del negozio auspicato e futuribile è il frutto di uno studio Ipsos commissionato da Axis Communications, azienda specializzata nella videosorveglianza di rete.

Canali complementari, non nemici

Il canale di vendita digitale e quello reale nono sono poi così lontani nel cuore degli italiani. La ricerca mette in luce che per il 57% degli intervistati il negozio fisico e il sito internet sono complementari, mentre il 33% preferisce il negozio fisico e solo un 10% che predilige fare acquisti online. Il negozio fisico viene apprezzato per la possibilità di vedere e provare il prodotto (85%) e per la consulenza fornita dal personale di vendita (79%). Spiega il coesistere di questi due mondi Michela Zarino direttore Ricerca Market Strategy & Understanding di Ipsos: “Nonostante l’e-commerce sia assolutamente in crescita e lo sarà anche negli anni successivi, il punto vendita fisico continua ad avere un ruolo centrale, e gli shopper iniziano a considerare online e offline come complementari, quindi come due alternative che hanno a disposizione a seconda di quelli che sono i loro bisogni e le loro attese”.

Il ruolo della tecnologia e del rapporto umano

Tecnologia ed esperienza “reale” dovranno imparare a convivere in maniera sempre più stretta. Tra i fattori da non sottovalutare c’è lo showrooming, cioè l’allestimento del negozio: per un giovane su tre rappresenta un momento di piacere e divertimento, mentre l’82% degli intervistati ritiene l’atmosfera del punto vendita un elemento importante e in 3 casi su 4 apprezza se durante lo shopping c’è una musica adatta al proprio gusto.

“La tecnologia che nel prossimo futuro avrà più impatto è sicuramente la musica e poter personalizzare le playlist in funzione dell’area vendita in cui mi trovo, compresi i camerini” ha commentato Pietro Tonussi, Business Development Manager di Axis Communications. “Questo porta a una customer experience, a un tempo speso all’interno del negozio migliore e più tempo viene trascorso un negozio più alte sono le probabilità di vendita”. In sintesi, il negozio del futuro dovrà garantire non solo una shopping experience, ma anche e soprattutto  una human experience dove accoglienza e contatto umano giocano un ruolo fondamentale.