Sulle vacanze degli italiani pesano i problemi economici

Dopo il record del 2021, quando il 71% degli italiani era intenzionato a partire per le ferie estive, nel 2022 il dato è sceso al 65% e quest’anno si ferma poco sotto il 62%. In due anni il numero di italiani che andrà in vacanza cala del 10%, e sulla scelta di rinunciare alle ferie estive pesano i problemi economici (16%). Emerge dalla quarta edizione della ricerca sulle vacanze degli italiani condotta da YouTrend per conto di Wonderful Italy, a cui il 69% degli intervistati risponde che sulla scelta di andare in vacanza influisce il rincaro dei prezzi, il 65% indica l’aumento dei tassi di interesse sui mutui e sui prestiti, mentre le preoccupazioni relative al lavoro e ai cambiamenti climatici pesano rispettivamente per il 37% e per il 39%.

Preoccupati per lavoro e inflazione

La fascia di età compresa tra 35-54 anni è più preoccupata per il lavoro rispetto alle fasce under35 e over54, e anche i problemi economici non legati all’inflazione vedono maggiormente coinvolta la fascia anagrafica centrale. Per il 72% delle persone tra 35-54 anni, la situazione finanziaria incide sulla scelta delle vacanze, mentre per gli under 35 il dato si ferma al 65% e per gli over54 al 60%.
Sempre ai vertici delle preferenze, le sistemazioni in albergo e nelle case vacanza, quest’ultime preferite da 1 italiano su 3, al primo posto nella fascia under35, e in forte crescita per gli over54.

Cresce la quota di italiani che sceglie l’estero

Quanto all’estero, nell’estate 2023 continua a crescere la quota di italiani che sceglie l’estero al posto dell’Italia. Nel biennio 2020 e 2021, a causa della crisi pandemica, meno dell’8% degli italiani aveva lasciato i confini nazionali. Nel 2022, la percentuale era salita al 12% e quest’anno segna un ulteriore salto in avanti al 18%. L’estero è in crescita in tutte le fasce di età, ma in particolare nella fascia più senior. Lo scorso anno, solo il 3% degli over55 aveva optato per una vacanza estiva fuori dai confini nazionali, mentre quest’anno la quota è quadruplicata (12%).

Chi resta in Italia torna a preferire le destinazioni più vicine

Come effetto della situazione economica in atto, se nel 2022 il 38% degli intervistati dichiarava di volersi recare in destinazioni a oltre 500 km, quest’anno la quota si ferma al 28%. Crescono molto le destinazioni a media distanza (tra 100 e 250 km) che passano dal 19% al 24%. In termini di destinazione, il mare resta incontrastato al primo posto, ma perde 5 punti rispetto al 2022, passando dal 74% delle preferenze al 69%. A beneficiare di questa contrazione, riferisce Adnkronos, sono tutte le altre tipologie di destinazione. La montagna, che passa dal 13% al 15%, la campagna, dal 2% al 4% e il lago, dall’1% al 3%. Stabili le città d’arte (6%), che hanno conosciuto il massimo della popolarità nel biennio 2020-2021.