Aziende farmaceutiche, gli italiani le promuovono

Le aziende farmaceutiche sono viste bene o male dai cittadini italiani? Tutto sommato, nella percezione dell’opinione pubblica se la cavano con un’ampia sufficienza, tanto che 7 nostri connazionali su 10 le promuovono. Per esplorare più nel dettaglio il rapporto fra italiani e aziende farmaceutiche, Alnylam Pharmaceuticals ha realizzato con la collaborazione di Quorum/YouTrend l’indagine ‘L’industria farmaceutica. Conoscenze, percezioni dopo un anno di pandemia’. Il voto? Un bel 7, con un’opinione complessivamente positiva da parte degli utenti.

Bene comune o profitto?

Ecco qualche percentuale interessante emersa dalla ricerca, condotta attraverso oltre 1.500 interviste per esplorare il sentiment generale sulle imprese del farmaco. Emerge che il 71,8% ha un’opinione positiva delle aziende farmaceutiche soprattutto perché consapevoli degli investimenti in ricerca e sviluppo (35,2%) e perché convinti che le industrie producano farmaci affidabili e sicuri (32,1%). La percezione di chi ha espresso un’opinione negativa (21,6%), invece, è legata al pensiero che le aziende farmaceutiche guardino prima di tutto al profitto (81,3%) e che manchino di responsabilità sociale (44,7%).

Gli italiani non sanno proprio tutto

La nota che accompagna l’indagine esplora anche il rapporto fra spesa sanitaria nazionale e spesa farmaceutica, evidenziando però che solo poco più della metà degli intervistati (50,7%) è a conoscenza che il prezzo dei farmaci in Italia è stabilito da una negoziazione tra le aziende farmaceutiche e Agenzia italiana del farmaco (Aifa), una percentuale leggermente maggiore (+6,6%) rispetto a quanto emerso nel 2019. In particolare, gli italiani continuano a sovrastimare in larga maggioranza (54,6%) l’incidenza del costo dei farmaci sulle spese del Servizio sanitario nazionale, ritenendola ben superiore al reale 20% circa del Fondo sanitario nazionale (+4,3% rispetto al 2019). “Una percezione generica di spesa fuori controllo, che permane a fronte di un’insufficiente conoscenza del contesto, oltre che di preconcetti sedimentati”, è l’analisi dei promotori dell’indagine. Ancora – rilevano – in Italia non è ancora così diffusa la consapevolezza dell’esistenza di diverse tipologie di farmaci che, proprio perché differenti e frutto di investimenti specifici in Ricerca e Sviluppo, hanno un valore e un costo diverso per cittadini e Ssn. Meno del 30% del campione, per esempio, sa cos’è un farmaco orfano e appena poco più del 50% comprende cosa significa farmaco innovativo.

I preconcetti, anche sui vaccini

“Oggi si parla moltissimo di vaccini a mRna, anticorpi monoclonali e più in generale di terapie innovative – ha dichiarato ad Adnlkronos Massimo Bertelli, GM Alnylam Italia – soprattutto a fronte di un nuovo e più ampio concetto di autodeterminazione della cura. Altrettanto chiaramente emerge però come l’interesse verso questi argomenti sia minato da preconcetti, ovvero come ancora manchi una reale volontà di comprendere appieno le dinamiche del mondo farmaceutico e più in generale del mondo salute. E’ tuttavia confortante sottolineare che lo stesso campione oggetto della ricerca, messo a conoscenza dei meccanismi in essere di controllo della spesa sanitaria e negoziazione del prezzo dei farmaci, cambia atteggiamento verso il settore”.