La pandemia ci ha reso più soli?

La pandemia ha reso le persone più sole? Secondo i dati delle ricerche relative alle condizioni psicologiche durante gli ultimi due anni, sembra che le persone siano alle prese con un sostanziale incremento della solitudine. I dati, pubblicati su American Psychologist, sono stati rilevati intervistando oltre 200 mila persone di età differenti, provenienti da ogni angolo del globo. Alcuni soggetti hanno modificato i parametri in misura sensibile, poiché la loro sensazione di solitudine era molto evidente. In tali casi, infatti, il vuoto è cresciuto in maniera esponenziale, con un calo sostanziale della felicità. Altre persone, invece, non hanno segnalato alcun cambiamento nella loro quotidianità.

Esiste una correlazione tra l’aumento della solitudine e le restrizioni?

Nonostante le risposte variegate provenienti da diversi gruppi di persone, i ricercatori hanno riscontrato la presenza di un aumento della solitudine. I dati raccolti sono però ancora insufficienti per accertare la correlazione tra l’aumento della solitudine e le restrizioni dovute alla pandemia.
Alcune ricerche effettuate già prima della pandemia avevano riscontrato come la capacità umana nelle relazioni sociali sia stata ampiamente compromessa da fattori che non hanno nulla a che fare con ciò che è accaduto negli ultimi due anni. Ma cosa si può fare per evitare che la situazione possa peggiorare? Per migliorare la connessione tra le persone e sentirsi meno soli è sufficiente seguire alcune raccomandazioni fatte dagli esperti del portale psicologionline.net.

Tornare ad avere la capacità di acquisire rapporti nella vita quotidiana

“Ognuno di noi ha la possibilità di costruire comunità più sensibili ed empatiche in maniera reciproca – spiegano gli esperti di psicologionline.net -. Per riuscirci, bisogna assumere una cultura all’insegna dell’interconnessione, in grado di creare momenti significativi e tutti da ricordare. Ritornare ad avere la capacità di acquisire rapporti nella vita quotidiana che siano attenti a ogni esigenza personale – aggiungono gli esperti -. Anche nelle scuole chi vuole può ottenere notevoli risultati, cercando di far stringere rapporti più sereni e consapevoli tra i singoli studenti. Ogni insegnante dovrebbe rendere i rapporti tra i ragazzi come una vera priorità – sottolineano gli esperti -. Un discorso analogo è valido per quanto concerne i singoli cittadini. In questo caso, si può pensare ad appositi spazi condivisi, nei quali le persone possono ritrovarsi e coinvolgere la comunità”.

Lavoro: pensare al benessere psicologico dei dipendenti

“Parlando del posto di lavoro, i datori e i dirigenti dovrebbero iniziare a pensare in maniera intensiva al benessere psicologico dei loro dipendenti – continuano gli esperti -. Ad esempio, possono premiare i dipendenti capaci di soccorrere i colleghi in difficoltà, o comunque importanti per il rafforzamento di un team aziendale. I manager possono favorire le giuste condizioni per dar vita a un posto di lavoro dalla maggiore connessione fisica, semplificando i rapporti tra dipendenti e collaboratori”.
Insomma, sta a noi compiere alcuni piccoli passi, giorno dopo giorno, nella direzione giusta. Porsi più dolcemente verso il prossimo può fare la differenza. In questo modo, riusciremo a invertire questo trend negativo.