No al posto fisso: la “Yolo eonomy” piace ai giovani

Resa popolare al rapper canadese Drake, la Yolo economy (‘You-only-live-once economy’) sta conquistando i giovani italiani. In una ricerca, infatti, la codin factory aulab ha rilevato che il nuovo stile di vita sta coinvolgendo anche nel nostro Paese i Millennials (26-41 anni) e la generazione Z (under 25), spostando la bussola dalla ricerca del posto fisso al lavoro agile, al mondo del digitale e dell’Ict.

Soprattutto diplomati e laureati

In base ai dati della ricerca, che è stata effettuata su un campione di studenti che nel 2020 hanno partecipato al corso hackademy per diventare programmatori, la nuova tendenza è seguita soprattutto dai ragazzi che hanno in media 29 anni. Di questi, il 64% nella fascia 24-36 anni, e il 72% con una licenza superiore, presenti al 25% quelli con una laurea triennale o magistrale. Ma, soprattutto, moltissimi di loro non hanno competenze pregresse in ambito informatico, come sottolineano gli analisti di aulab, attiva dal 2014 nell’ambito della formazione e dello sviluppo software. Si tratta in alcuni casi di giovani disposti anche a lasciare “un lavoro sicuro”, nonostante il difficile periodo attuale, “per inseguire i propri sogni e trasformare la passione per l’informatica e la tecnologia in una nuova carriera”, come si legge nella ricerca.

I sogni sono un rischio “calcolato”: il 95% trova un lavoro

Non rinunciare ai propri sogni è meno rischioso di quanto sembri. Come sottolineano gli analisti di aulab, infatti, il tasso di collocamento per questi studenti è del 95%, di cui il 75% entro 60 giorni dalla conclusione del corso. Il percorso intrapreso permette non solo di inserirsi in un settore, come quello Ict, dove c’è forte richiesta di risorse – solo per l’Italia si parla di 100.000 figure in ambito tech – ma anche di sviluppare, soprattutto in un contesto di incertezza come quello attuale, il mindset agile, insomma una nuova ‘mentalità’.

La soddisfazione del cliente al centro del lavoro agile

“Il lavoro agile – fa notare Giancarlo Valente, Cto di aulab – non è sinonimo di lavoro da remoto: è piuttosto un metodo nato nel mondo dell’informatica e basato su collaborazione, focus sugli obiettivi, soddisfazione del cliente e continua sperimentazione”. E, inutile dire, tutti questi “valori” sono fondamentali per lavorare oggi, e per continuare a farlo. “Nei nostri corsi – dice ancora Valente – abbiamo come obiettivo di veicolare il mindset agile e i suoi strumenti: in questo modo gli studenti acquisiscono competenze utili per sviluppare progetti software, indipendentemente dal framework e dal linguaggio utilizzato, ma più in generale per lavorare più efficacemente in qualunque situazione, anche da remoto”.