Mangiare meglio è mangiare italiano

Cosa significa mangiare bene? Per gli italiani significa scegliere di mangiare ‘tricolore’. Lontani dal conoscere la ricetta’ giusta, anche perché gli italiani sono convinti che esistano soluzioni e idee diverse, adeguate a diverse convinzioni, fasi della vita, ma anche portafogli, uno degli aspetti su cui sembra esserci maggiore convergenza tra i nostri connazionali è quello del scegliere di ‘mangiare locale’, ovvero, italiano. Gli italiani, quindi, come confermano i dati della ricerca Eumetra dal titolo ‘Benessere e Sostenibilità’, sanno che uno degli ingredienti fondamentali dello stare bene risiede nel mangiare meglio, con prodotti di buona qualità. E se il Made in Italy è un valore importante in tanti settori della nostra attività produttiva, dalla moda al design, fino a tante realtà grandi e piccole del settore manifatturiero, questa evidenza incorona gli italiani anche come ‘campioni del buon gusto’.

Più cibo locale meno prodotti etnici o stranieri

Tra i tanti ambiti, uno in cui sicuramente eccelliamo è il settore agroalimentare, e questo gli italiani lo sanno bene. Quando si tratta di sottolineare, arricchire, valorizzare l’italianità di un prodotto o di una filiera, sono tutti d’accordo.Gli ultimi difficili anni sembrano averci resi ancora più consapevoli di questa nostra ricchezza. Tre dati in particolare, provenienti dall’ultima edizione di Benessere e Sostenibilità, permettono di fotografare questo fenomeno. Il primo è la prossimità. Il 56% del campione dichiara di comprare prevalentemente prodotti del proprio territorio, e solo l’11% non lo fa.
Inoltre, il 66% oggi consuma di più prodotti 100% italiani, mentre il 25% a volte sceglie italiano e a volte no, e solo il 9% dichiara di non essere d’accordo. Infine, il 73% sostiene di avere in qualche modo ridotto il consumo di cibi nuovi, stranieri o etnici.

Gli stili alimentari più evoluti scelgono il 100% Made in Italy 

In particolare, l’adesione ai prodotti 100% italiani diventa una sorta di plebiscito negli stili alimentari che lo studio individua come i più interessanti ed evolutivi. È infatti d’accordo il 70% del cosiddetto Stile Armonico e l’83% dello Stile Pioniere, che di tutti gli stili alimentari è il più interessante, perché più progettuale, intelligente, attento, anticipatore delle mode e proteso verso il futuro. A questi, si aggiunge anche il 77% delle Elite Socioculturali, uno degli Stili di Comunicazione rilevati dalla ricerca.

Viva la provenienza sicura, certa e certificata

Sembra decisamente una bella notizia. Mangiare meglio, tra le varie sfumature, significa scegliere alimenti di provenienza sicura, certa, certificata. In una parola, del nostro Paese. E più siamo persone consapevoli, più pensiamo che l’italianità alimentare sia un valore. Le nostre aziende hanno di che rallegrarsi, e indirizzare ai consumatori politiche di marketing adeguate.

Location per feste di compleanno in Inverno

Se stai cercando una location per festeggiare il compleanno dei tuoi bambini in inverno, hai molte frecce al tuo arco.

Ma quale è la migliore per te? Vediamo di scoprirlo insieme, evidenziando quali potrebbero essere alcune delle migliori location per feste di compleanno invernali, evidenziando i loro punti di forza e le attività che esse propongono.

Feste in strutture indoor

Se vuoi evitare il freddo e goderti la festa al caldo, qui trovi interessanti opzioni indoor tra cui scegliere.

Bowling

Il bowling è un’ottima attività per divertirsi con amici e familiari, soprattutto durante l’inverno.

Molte strutture di questo tipo offrono anche pacchetti per feste di compleanno, che includono partita, scarpe da bowling e cibo. Inoltre, molti di questi locali hanno sale private dove è possibile festeggiare in modo più intimo.

Parchi giochi al coperto

I parchi giochi al coperto sono perfetti per feste di compleanno invernali per bambini. Questi parchi offrono solitamente la possibilità di fare attività come trampolini, scivoli, arrampicate, e molto altro.

Chiaramente, molti di questi parchi offrono pacchetti per feste di compleanno, che includono anche il cibo e la torta.

Sale giochi

Le sale giochi, tanto di moda negli anni ’90 e che adesso sembrano vivere una nuova stagione di successi, sono un’altra idea interessante per feste di compleanno che si svolgono in inverno.

Questi locali offrono una vasta gamma di giochi come ping pong, air hockey, videogiochi e altro ancora. Inoltre, molte sale giochi hanno anche delle sale private dove puoi festeggiare con i tuoi amici e familiari.

Trampoline Park

I trampoline park sono una delle ultime tendenze in fatto di location per feste di compleanno, anche in inverno.

Queste strutture offrono una vasta gamma di trampolini e tappeti elastici, percorsi ad ostacoli, torri di arrampicata, e molto altro ancora in cui ci si diverte davvero tanto.

Inoltre, molti trampoline park offrono pacchetti per feste di compleanno, che includono l’accesso ai trampolini e alle attività, il cibo e la torta. Quindi, molte di queste strutture hanno sale private dove puoi festeggiare con i tuoi amici e familiari, tra un salto e l’altro.

Questa soluzione è perfetta per feste di compleanno per bambini e adolescenti che amano saltare e divertirsi in modo sicuro.

Per questo, se sei alla ricerca di un’attività divertente ed emozionante per la festa di compleanno dei tuoi bambini o ragazzi, il trampoline park potrebbe essere la scelta perfetta per te.

Feste invernali all’aperto

Se il clima lo permette e non ci sono bimbi particolarmente piccoli, ci sono molte cose che in inverno è possibile per una festa di compleanno come si deve. Vediamone qualcuna di seguito.

Pattinaggio su ghiaccio

Il pattinaggio su ghiaccio è un’attività invernale classica che va benissimo anche per le feste di compleanno.

Tante strutture di pattinaggio offrono tra l’altro anche la possibilità di pattinare su piste coperte, che puoi riservare per la tua festa, o direttamente all’aperto.

Spesso è possibile affidare direttamente alla direzione il compito di provvedere agli snack, alle bevande e alla torta così che tu non debba pensare a niente.

Sci/Snowboard

Se vuoi sperimentare l’emozione delle montagne, puoi organizzare una festa di compleanno sulle piste da sci o snowboard, chiaramente in base alla regione in cui vivi.

Alcuni impianti di questo tipo offrono pacchetti completi per feste di compleanno, che includono sia il noleggio delle attrezzature che il cibo. Volendo, è possibile anche fare delle lezioni collettive per imparare a sciare.

Conclusione

Che tu stia cercando un’attività al chiuso o all’aperto, ci sono tante idee interessanti per feste di compleanno invernali.

Adesso che ne sai di più, sei pronto per scegliere la location perfetta per la festa di compleanno di tuo figlio.  Buona festa di compleanno!

Mercato smartphone in calo del 12% nel primo trimestre 2023

È il quinto trimestre consecutivo in calo, l’ennesimo, che per il settore degli smartphone sta diventando la nuova normalità. Secondo i dati della società di analisi Canalys nel primo trimestre 2023 il mercato degli smartphone ha registrato un -12% rispetto allo stesso periodo del 2022. 
Gli analisti confermano che la domanda degli smartphone è ancora debole, specie nel segmento di fascia bassa, di conseguenza le scorte sono state ridotte e la produzione è stata mantenuta a livelli bassi. A trainare il mercato, i modelli con supporto alla connettività 5G e i pieghevoli, segmento che al momento non conosce crisi.

Samsung torna in vetta, ma con il peggior risultato dal 2009

Più in particolare, Samsung riporta un leggero miglioramento, e torna in vetta alla classifica con una quota di mercato del 22% (era al 20% nel trimestre precedente) superando Apple, che scende dal 25 al 21%. Sul terzo gradino del podio Xiaomi, con una quota di mercato dell’11%, seguita da Oppo (10%) e Vivo (8%). Secondo gli ultimi risultati preliminari, però, Samsung si avvia a chiudere il primo trimestre dell’anno con il peggior risultato dal 2009, appesantito dalle perdite generate dalla sua divisione di semiconduttori, mentre secondo i dati della società di analisi Idc, nei primi tre mesi del 2023 Apple ha registrato un calo delle consegne di personal computer del 40,5%, riferisce Ansa.

La domanda resta debole nonostante riduzioni di prezzo e promozioni

“Il declino del mercato degli smartphone nel primo trimestre 2023 rientrava nelle aspettative di tutto il settore – spiega l’analista di Canalys, Sanyam Chaurasia -. Nonostante le riduzioni di prezzo e le forti promozioni da parte dei venditori, la domanda dei consumatori è rimasta debole, in particolare nel segmento di fascia bassa a causa dell’elevata inflazione che ha colpito la fiducia e la spesa. Inoltre, il continuo rallentamento della domanda degli utenti finali ha innescato un’importante ondata di riduzione delle scorte lungo l’intera catena di approvvigionamento, con canali che riducono i livelli di inventario per garantire le operazioni. Per mantenere un basso livello di volume di vendita, i fornitori hanno continuato a utilizzare tecniche di produzione caute, che hanno avuto un impatto negativo a lungo termine sulla catena di fornitura dei componenti”.

Anche per i pc numeri più bassi degli ultimi 10 anni

Una ricerca Counterpoint, inoltre, rivela che nel primo trimestre 2023 le spedizioni globali di pc sono diminuite del 28% su base annua, registrando i numeri trimestrali più bassi degli ultimi 10 anni, escluso il primo trimestre 2020, quando la pandemia ha interrotto la produzione.
Il calo del primo trimestre 2023 è dovuto al continuo ritardo nella ripresa della domanda a causa di una correzione delle scorte. Tuttavia, regna un cauto ottimismo. Counterpoint ritiene che il mercato complessivo dei pc inizierà a riprendersi gradualmente nella seconda metà del secondo trimestre 2023, il che aprirà la strada a uno slancio relativamente più forte nel secondo semestre dell’anno.

Generazione Z e Alpha, come cambieranno i viaggi d’affari?

I più giovani della Gen Z e della Gen Alpha stanno per entrare sul mercato del lavoro ed entro il 2030 saranno le fascia di popolazione predominante. Per questo motivo SAP Concur, riferimento nel settore delle soluzioni di gestione dei viaggi aziendali, ha pubblicato un documento intitolato “Prepararsi per la Gen Z e la Gen Alpha: come le generazioni più giovani cambieranno i viaggi d’affari e la gestione delle spese” per aiutare i travel manager e i leader aziendali a capire come le operazioni di viaggio e spese dovranno essere adattate in futuro.

Tecnologia e personalizzazione i concetti chiave

In questa fase, le imprese dovranno essere pronte ad aprirsi ai nuovi standard. La tecnologia, la personalizzazione e la sostenibilità saranno i concetti chiave. La velocità della rete, il passaggio al digitale e gli smartphone influenzeranno le aspettative dei lavoratori. Come rivela il report, le aziende devono essere all’avanguardia e al passo con un mondo digitale in continua evoluzione e dal ritmo incalzante, per garantire la fidelizzazione dei dipendenti e rimanere al contempo produttive e redditizie. La velocità di internet e l’utilizzo di smartphone e applicazioni mobili influiscono sulle preferenze di comunicazione sia dei lavoratori di oggi sia del futuro. Secondo una ricerca commissionata da LivePerson, il 65% degli intervistati della Gen Z preferisce comunicare digitalmente piuttosto che di persona; ciò ha portato a contatti più brevi, frequenti e diretti tra i dipendenti.

La sostenibilità si conferma una priorità 

Con l’arrivo in azienda della Gen Z, crescerà anche l’esigenza di trattamenti personalizzati da parte del datore di lavoro. Dall’altra parte, i nuovi arrivati daranno priorità alla sostenibilità. Nel 2022, il 100% degli intervistati di questa generazione dichiarerà di voler ridurre il proprio impatto ambientale durante i viaggi per affari nel 2020. Perciò, le aziende devono investire in tecnologia avanzata ed obiettivi misurabili sul fronte verde per trattenere ed attirare talentuosi dipendenti. Secondo Gabriele Indrieri, VP e Managing Director di SAP Concur EMEA South: “Le aziende devono adottare le tecnologie più recenti e stabilire obiettivi di sostenibilità misurabili per attrarre e trattenere i talenti. Per questo motivo, i leader del settore T&E dovrebbero iniziare a discutere con i loro partner operativi, con la direzione dell’ufficio e con gli altri dirigenti dell’azienda per fare il punto sulla situazione e su come tali operazioni potrebbero dover cambiare in futuro”.

Economia circolare e tecnologia ricondizionata: Italia vince in Europa

Stando a quanto emerso dal Rapporto 2022 sull’Economia Circolare in Italia del Circular Economy Network, l’Italia, insieme alla Francia, è il Paese che lo scorso anno ha registrato le migliori performance di circolarità. La percentuale di riciclo di tutti i rifiuti ha raggiunto il 68% (contro la media europea del 35%) e il tasso di uso circolare della materia ha toccato il 21,6% (media europea del 12,8%). Se l’economia circolare è un modello realizzabile per la salvaguardia dell’ambiente, quali sono per gli italiani le pratiche più rilevanti da attuare? Secondo una ricerca condotta da SWG e commissionata da Swappie, soprattutto il riutilizzo dei materiali e il riuso di prodotti, anche tecnologici, già esistenti.

Preoccupa la gestione degli e-waste

L’economia circolare si riferisce a un sistema economico pensato per potersi auto-rigenerare e che attraverso azioni come ricondizionamento, riutilizzo e riciclo punta a estendere il più a lungo possibile il ciclo di vita di materiali e prodotti, riducendo al minimo scarti e rifiuti. Per gli italiani questo modello è applicabile anche nel settore tecnologico: per tre intervistati su quattro i rifiuti elettronici possono essere trasformati in risorse, avere una nuova vita e quindi essere re-inseriti nel mercato.
Ad alimentare questa visione ottimista è anche la preoccupazione per la gestione degli e-waste, diffusa soprattutto tra gli over 40, per i quali questo problema è infatti ancora sottovalutato. Per il 58% degli italiani il ricondizionato è simile al nuovo dal punto di vista del funzionamento, e tra i giovani questa percentuale sale a oltre due terzi. 

Limitare i rifiuti elettronici 

Non sorprende che l’ottimizzazione della gestione dei rifiuti e l’utilizzo di fonti rinnovabili siano al primo posto per gli italiani, considerando gli attuali incrementi della produzione di rifiuti pro-capite e i rincari dell’energia. Le altre due pratiche determinanti per un mondo più sostenibile, soprattutto per i Millennials, sono il riutilizzo dei materiali e il riuso di prodotti già esistenti con un miglioramento delle caratteristiche originarie. Gli intervistati riconoscono inoltre che lo sviluppo del settore del ricondizionato potrebbe avere un impatto positivo nel limitare i rifiuti elettronici (87%) e nell’educare a un modello di economia circolare (86%).

Un modello di sviluppo possibile?

Il 57% degli intervistati da SWG, riporta Adnkronos, ritiene poi che un nuovo modello di sviluppo più sostenibile basato sull’economia circolare sia un percorso attuabile. E di fronte alla definizione dei suoi principi guida l’82% ne riconosce il ruolo potenzialmente determinante per la tutela dell’ambiente. Ma rispetto all’effettiva capacità del ricondizionato, il riciclato e l’usato di diffondersi come modello economico, invece, gli italiani sono più scettici che ottimisti. Il 23% è convinto che il modello di economia circolare avrà una diffusione notevole, mentre il 59% sostiene che l’economia circolare non riuscirà a diffondersi abbastanza per essere efficace.

Cashless, lo scontrino medio scende a 40,4 euro

Aumentano le transazioni, si abbassa invece il totale sullo scontrino. Una tendenza che dimostra che il cashless viene utilizzato anche per lie piccole spese. A confermarlo c’è l’Osservatorio Scontrini Cashless 2023 di SumUp, che ha analizzato i valori degli scontrini medi cashless delle diverse province italiane degli ultimi due anni. I risultati mostrano che nel 2022 i pagamenti senza contanti sono cresciuti in quasi tutto il paese, con valori medi sempre più bassi delle transazioni digitali nelle province del Nord, del Centro e del Mezzogiorno. Lo scontrino medio cashless a livello nazionale è diminuito dell’8%, attestandosi sulla cifra di 40,4 euro. Le città che presentano gli scontrini medi cashless più bassi sono con Cagliari, Bologna e Caltanissetta. Queste tre città sono nell’ordine sul podio della della classifica dei scontrini. La graduatoria delle province con il ticket medio più elevato vede invece ai primi posti Savona, Siena e Grosseto.

Scontrini più bassi in bar e locali 

In generale, i settori in cui gli scontrini digitali sono più bassi sono bar e club (con 14,9 euro di spesa media), tabaccherie e fast food, a indicare un maggiore utilizzo di pagamenti digitali anche per spese minori e in esercizi tradizionalmente associati ai contanti. Questi risultati dimostrano che i consumatori italiani sono sempre più abituati a utilizzare metodi di pagamento alternativi al contante anche per piccoli importi, e gli esercenti sono sempre più disposti a introdurre strumenti digitali per semplificare e velocizzare le operazioni di cassa.

Al sud pagamenti cashless più leggeri

La Top Ten delle province con gli scontrini medi cashless più bassi premia in maggioranza i territori del Sud e Isole, con sole tre province del Centro-Nord del paese. Al di fuori delle prime dieci, le province del Nord con il ticket medio più ridotto sono Genova, Torino e Ferrara.

Un’evoluzione che riguarda tutto il Paese, ma a velocità diverse 

Umberto Zola, Growth Marketing Lead di SumUp, afferma che l’evoluzione dei pagamenti senza contanti riguarda quasi tutte le province, con velocità diverse. La diminuzione dello scontrino medio è uno degli indicatori che meglio rappresenta la crescita del cashless in Italia, perché dimostra che i consumatori sono sempre più abituati a utilizzare metodi di pagamento alternativi al contante anche per piccoli importi, e gli esercenti sono sempre più disposti a introdurre strumenti digitali per semplificare e velocizzare le operazioni di cassa.

Tech: dopo auto e GDO è il terzo settore più amato 

Quali sono i settori industriali preferiti dagli italiani? Risponde Omnicom PR Group, società di consulenza strategica in comunicazione, che nello studio dal titolo Post-Invasion 2022/2023 ha analizzato la reputazione di otto settori chiave dell’economia italiana. A questi otto settori, di cui lo studio approfondisce la differenza tra aspettative ed esperienze degli italiani, Omnicom PR Group ha associato 64 brand, valutati attraverso le “lenti” di oltre 2.000 consumatori. E il settore Tech, con il 42,6% dei consensi, è il terzo settore più amato in Italia tra gli otto analizzati, posizionandosi dietro ad Automotive (44,7%) e GDO (42,9%.

La chiave del successo della tecnologia 

Il periodo che va dall’inizio del 2020 ai primi mesi del 2022 ha visto letteralmente esplodere i fatturati delle aziende tecnologiche italiane di ogni dimensione. Ai notevoli successi economici del settore tecnologico, ridimensionati però a partire dalla seconda metà dello scorso anno, si è accompagnata anche una comunicazione che ha supportato efficacemente la percezione del settore. Le industrie attive nell’ambito Tech hanno infatti svolto un ruolo fondamentale durante le fasi più acute della pandemia, salvando letteralmente il business di molte aziende e garantendo una parvenza di normalità nelle relazioni sociali delle persone. Per questo motivo, il Tech risulta al secondo posto nella classifica del minor gap tra aspettative dei consumatori ed esperienza concreta.

Il gap tra aspettative ed esperienze dei consumatori 

La combinazione delle preoccupazioni per il conflitto in Ucraina, la crisi energetica e l’incremento dei prezzi di materie prime e beni a causa dell’inflazione porta, però, per la prima volta a relegare l’innovazione tecnologica fuori dalla top 3 delle priorità attese nei vari settori. Emerge infatti con prepotenza l’insufficiente attenzione che il settore dedica ai temi della sostenibilità ambientale, insieme a una accresciuta preoccupazione per la sicurezza e la tutela dei dati da parte del 51% degli italiani. Il Tech perciò è il settore in cui il gap tra le aspettative dei consumatori e le esperienze effettive offerte dai brand risulta minore, seppure rimanendo in territorio negativo. In generale, considerando tutti e 9 i driver, le aziende tecnologiche si classificano al secondo posto assoluto riguardo alla minore differenza tra aspettative ed esperienze.

“Coniugare azione e comunicazione per capitalizzare la centralità guadagnata”

“Se i brand Tech vogliano capitalizzare l’attenzione e la centralità guadagnate, e dar seguito alle impegnative promesse del periodo pandemico, devono agire coniugando azione e comunicazione – dichiara Eros Bianchi, OPRG Vice President e Tech Industry Lead di Omicom -. Ciò significa continuare a operare nella giusta direzione, come riconosciuto dai consumatori, focalizzandosi proprio su un’innovazione concreta e percepita, per poi comunicare in maniera chiara e maggiormente inclusiva quanto di positivo è stato fatto per cambiare in meglio la società e la quotidianità di tutti. In questo senso è fondamentale ingaggiare più efficacemente popolazioni come i giovani Millennials e la Generazione Z, ora poco interessate alle problematiche del settore, ma che rappresentano il suo futuro, sia come consumatori sia come potenziali professionisti”.

I retailer italiani utilizzano il digitale per recuperare efficienza

Il ritorno alla normalità e alla frequentazione dei negozi fisici da parte dei consumatori porta la penetrazione dell’online sul totale Retail a rimanere stabile all’11%. Ma l’aumento dei costi, unitamente alle nuove abitudini dei consumatori, come la possibilità di Smart Working o la ricerca di fluidità nell’utilizzo dei canali, condizionano l’evoluzione dell’infrastruttura commerciale italiana. Al tempo stesso i retailer si concentrano su nuovi formati di negozio, store di prossimità dotati di soluzioni digitali in grado di migliorare l’esperienza transazionale e relazionale del consumatore e supportare l’online. Queste alcune evidenze emerse dall’Osservatorio Innovazione Digitale nel Retail, promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano. 

La maturità digitale

Nel 2022 l’investimento in digitale nel Retail non ha subito una battuta d’arresto: l’incidenza di questa spesa sul fatturato rimane stabile rispetto al 2021 e pari al 2,5%. 
Gli interventi messi in atto dai retailer italiani sono legati all’ottimizzazione di alcune attività in negozio. Si investe, ad esempio, in etichette smart, adottate e/o potenziate nel 2022 dal 18% dei top retailer italiani, per gestire in modo dinamico e in tempo reale le variazioni di prezzo e garantire la massima trasparenza al consumatore. E in parallelo, si lavora all’efficientamento delle attività e dei processi lungo la supply chain.

Contenere i costi e contrastare la difficoltà di approvvigionamento

Da un lato, i retailer sfruttano il digitale per contrastare le difficoltà nell’approvvigionamento di beni e materie prime, ed effettuare previsioni più accurate della domanda ottimizzando la gestione dei prodotti lungo la filiera attraverso lo sviluppo e/o il potenziamento di sistemi di demand, inventory e distribution planning (28%). Dall’altro, puntano a contenere i costi delle operations e della logistica per cercare di recuperare marginalità. Il 16% dei retailer adotta o consolida, infatti, i sistemi di incremento delle performance di magazzino e le soluzioni di tracciamento dei prodotti lungo la filiera.
Ma la ripresa del canale fisico impone una revisione degli store non solo dal punto di vista infrastrutturale, ma anche digitale.

L’esperienza del cliente

L’esperienza del cliente viene semplificata e resa più consapevole: i chioschi digitali, implementati dal 28% dei top retailer, favoriscono l’approfondimento della conoscenza dei prodotti, mentre le soluzioni di digital signage (23%) attivano una comunicazione efficace con il cliente.
Particolarmente rilevante anche l’automatizzazione dell’esperienza, grazie a sistemi di self scanning (18%) da app o device dedicati. Un altro cantiere di innovazione riguarda il punto cassa. Il 33% investe in soluzioni di mobile e contactless payment e il 9% in sistemi di self check-out per snellire la fase di pagamento. Inoltre, il 25% dei retailer dichiara di essere al lavoro sull’evoluzione del tradizionale significato della cassa. Non più solo il punto in cui termina l’esperienza d’acquisto, ma un luogo dove erogare servizi a valore aggiunto per il consumatore.

Formaggi: Italia batte Francia 8-0

La graduatoria globale stilata da TasteAtlas, l’atlante internazionale dei piatti e dei prodotti tipici locali, mette ben otto formaggi italiani fra i cento migliori del globo. Così l’Italia batte la Francia 8 a 0, con Parigi che resta fuori dalle prime dieci posizioni della classifica. Ai primi tre posti, spiega la Coldiretti, troviamo Parmigiano Reggiano, Burrata e Grana padano, a seguire Stracchino di Crescenza, Mozzarella di Bufala e Pecorino Sardo, quindi un formaggio spagnolo, il Queijo Serra de Estrela, seguito dal Pecorino Toscano, il Bundz polacco e il Gorgonzola Piccante. E i francesi? Il primo formaggio lo riescono a piazzare al tredicesimo posto, con il Reblochion dell’Alta Savoia, e si aggiudicano anche l’ultimo in classifica, l’Ossau-Iraty della zona dei Pirenei.

Sono 55 i formaggi Dop/Igp tutelati dall’Unione

Con gli ultimi riconoscimenti comunitari salgono a 55 i formaggi a denominazione di origine protetta (Dop/Igp) italiani tutelati dall’Unione Europea, lo stesso numero di quelli francesi. Ma a Oltralpe mostrano di apprezzare i formaggi italiani, visto che le nostre esportazioni sono cresciute di quasi il 27% in valore nel 2022, stimati a oltre 900 milioni per una quantità sulle tavole d’Oltralpe, una cifra pari a quasi 130 milioni di chili. La sfida tra Italia e Francia nella produzione di formaggi ha radici lontane, inoltre sono i due Paesi europei con la maggiore tradizione culinaria a contendersi i primati nell’agricoltura e nell’alimentare. Il Belpaese vince però per valore aggiunto agricolo, numero di prodotti Dop/Igp riconosciuti dall’Unione Europea, 316 denominazioni (dop/Igp) contro le 260 dei cugini d’Oltralpe.

Primati minacciati dai nuovi sistemi di etichettatura a semaforo

Una ricchezza enogastronomica che vince all’estero un po’ su tutti i fronti, considerando il record storico delle esportazioni alimentari Made in Italy che nel 2022 hanno raggiunto i 60,7 miliardi di euro, per una crescita del +17% rispetto all’anno precedente, trainata dai prodotti simbolo della Dieta Mediterranea. Primati minacciati dai nuovi sistemi di etichettatura a semaforo come il Nutriscore, che secondo la Coldiretti è fuorviante, discriminatorio e incompleto, perché finisce paradossalmente per escludere dalla dieta alimenti presenti da secoli sulle tavole per favorire invece prodotti artificiali di cui in alcuni casi non è nota neanche la ricetta.

L’Italia vince anche nelle falsificazioni

I sistemi allarmistici di etichettatura a semaforo si concentrano esclusivamente su un numero molto limitato di sostanze nutritive, ad esempio, zucchero, grassi e sale, e sull’assunzione di energia senza tenere conto delle porzioni. Escludono quindi dalla dieta l’85% in valore del Made in Italy a denominazione di origine e le eccellenze della Dieta Mediterranea, dall’olio extravergine d’oliva al Parmigiano Reggiano o al Grana Padano. Ma l’Italia purtroppo vince anche nelle falsificazioni, con Grana Padano e Parmigiano Reggiano i formaggi più imitati nel mondo. Copiati all’estero sono però anche il Pecorino, l’Asiago e il Gorgonzola. Un problema, che secondo la Coldiretti, riguarda anche la Francia, che deve proteggere, tra gli altri, il Brie e il Camembert.

Cybersecurity: budget per sicurezza IT +10% nei prossimi tre anni

Secondo il report annuale It Security Economics di Kaspersky i budget It per la cybersecurity delle aziende europee sono destinati ad aumentare fino al 10% nei prossimi tre anni. Il crescente interesse delle aziende per la cybersecurity, dovuto all’aumento dell’uso delle tecnologie digitali e al panorama delle minacce in continua evoluzione, ha già portato a miglioramenti nella sicurezza informatica. E la crescente complessità dell’infrastruttura It, unita alla necessità di migliorare il livello di competenze specialistiche in materia di sicurezza e all’incertezza geopolitica/economica, sono i fattori principali che spingono le aziende europee di tutte le dimensioni a investire in cybersecurity.

Nel 2022 le Pmi hanno speso 140.000 euro

In Europa il budget medio dedicato alla cybersecurity nel 2022 è stato di 1.8 milioni di euro per le enterprise, con 6.30 milioni di euro stanziati per l’It in generale, mentre le Pmi hanno investito 140.000 euro nella sicurezza It, a fronte di un budget medio di 350.000 euro. Tra le ragioni che spingono ad aumentare i budget per la sicurezza informatica gli intervistati hanno evidenziato soprattutto la complessità dell’infrastruttura It (45,8% e Pmi e 53,7% enterprise) e la necessità di migliorare il livello di competenze specialistiche in materia di sicurezza (36,8% Pmi e 33,7% enterprise).

Potenziali nuovi rischi spingono gli investimenti

I potenziali nuovi rischi dovuti a una maggiore incertezza geopolitica o economica sono stati evidenziati come motivi di aumento degli investimenti dal 28,2% delle Pmi e dal 33% delle enterprise.
Il budget aggiuntivo si presume possa aiutare le aziende ad affrontare problemi più importanti legati alla sicurezza informatica. Quest’anno, la metà (50,9%) delle aziende ritiene che i problemi legati alla protezione dei dati siano i più complessi. La seconda preoccupazione, evidenziata dal 33,5% degli intervistati, è il costo della protezione di impianti tecnologici sempre più complessi, seguito dai problemi legati all’adozione di infrastrutture cloud (35,8%).

“La continuità aziendale dipende dalla sicurezza delle informazioni”

“La continuità aziendale dipende sempre dalla sicurezza delle informazioni – commenta Ivan Vassunov, VP, Corporate Products di Kaspersky. Al giorno d’oggi, quando le infrastrutture diventano più complesse e gli attacchi informatici più sofisticati, le aziende stanno diventando più consapevoli della cybersecurity e comprendono meglio la necessità di proteggere ogni asset all’interno dell’azienda. Le normative statali sono un altro fattore importante che influenza la crescita dei budget destinati alla sicurezza It. Queste aziende sono tenute a proteggere loro operazioni e i loro dati, a volte le autorità di regolamentazione impongono normative più stringenti per l’intero mercato verticale o per il settore”.