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Formaggi: Italia batte Francia 8-0

La graduatoria globale stilata da TasteAtlas, l’atlante internazionale dei piatti e dei prodotti tipici locali, mette ben otto formaggi italiani fra i cento migliori del globo. Così l’Italia batte la Francia 8 a 0, con Parigi che resta fuori dalle prime dieci posizioni della classifica. Ai primi tre posti, spiega la Coldiretti, troviamo Parmigiano Reggiano, Burrata e Grana padano, a seguire Stracchino di Crescenza, Mozzarella di Bufala e Pecorino Sardo, quindi un formaggio spagnolo, il Queijo Serra de Estrela, seguito dal Pecorino Toscano, il Bundz polacco e il Gorgonzola Piccante. E i francesi? Il primo formaggio lo riescono a piazzare al tredicesimo posto, con il Reblochion dell’Alta Savoia, e si aggiudicano anche l’ultimo in classifica, l’Ossau-Iraty della zona dei Pirenei.

Sono 55 i formaggi Dop/Igp tutelati dall’Unione

Con gli ultimi riconoscimenti comunitari salgono a 55 i formaggi a denominazione di origine protetta (Dop/Igp) italiani tutelati dall’Unione Europea, lo stesso numero di quelli francesi. Ma a Oltralpe mostrano di apprezzare i formaggi italiani, visto che le nostre esportazioni sono cresciute di quasi il 27% in valore nel 2022, stimati a oltre 900 milioni per una quantità sulle tavole d’Oltralpe, una cifra pari a quasi 130 milioni di chili. La sfida tra Italia e Francia nella produzione di formaggi ha radici lontane, inoltre sono i due Paesi europei con la maggiore tradizione culinaria a contendersi i primati nell’agricoltura e nell’alimentare. Il Belpaese vince però per valore aggiunto agricolo, numero di prodotti Dop/Igp riconosciuti dall’Unione Europea, 316 denominazioni (dop/Igp) contro le 260 dei cugini d’Oltralpe.

Primati minacciati dai nuovi sistemi di etichettatura a semaforo

Una ricchezza enogastronomica che vince all’estero un po’ su tutti i fronti, considerando il record storico delle esportazioni alimentari Made in Italy che nel 2022 hanno raggiunto i 60,7 miliardi di euro, per una crescita del +17% rispetto all’anno precedente, trainata dai prodotti simbolo della Dieta Mediterranea. Primati minacciati dai nuovi sistemi di etichettatura a semaforo come il Nutriscore, che secondo la Coldiretti è fuorviante, discriminatorio e incompleto, perché finisce paradossalmente per escludere dalla dieta alimenti presenti da secoli sulle tavole per favorire invece prodotti artificiali di cui in alcuni casi non è nota neanche la ricetta.

L’Italia vince anche nelle falsificazioni

I sistemi allarmistici di etichettatura a semaforo si concentrano esclusivamente su un numero molto limitato di sostanze nutritive, ad esempio, zucchero, grassi e sale, e sull’assunzione di energia senza tenere conto delle porzioni. Escludono quindi dalla dieta l’85% in valore del Made in Italy a denominazione di origine e le eccellenze della Dieta Mediterranea, dall’olio extravergine d’oliva al Parmigiano Reggiano o al Grana Padano. Ma l’Italia purtroppo vince anche nelle falsificazioni, con Grana Padano e Parmigiano Reggiano i formaggi più imitati nel mondo. Copiati all’estero sono però anche il Pecorino, l’Asiago e il Gorgonzola. Un problema, che secondo la Coldiretti, riguarda anche la Francia, che deve proteggere, tra gli altri, il Brie e il Camembert.

Caro bollette: nel 2022 luce +108% e gas +57%

“Con il nuovo anno abbiamo assistito a buoni segnali sia per il costo dell’energia elettrica sia per il gas – spiega Mario Rasimelli, Managing Director Utilities di Facile.it -. Non bisogna, però, abbassare la guardia ed è bene continuare a monitorare i propri consumi e controllare periodicamente le offerte presenti sul mercato, così da identificare eventuali possibilità di risparmio”. 
Di fatto, secondo un’analisi di Facile.it, nel 2022, a parità di consumi, le famiglie italiane con contratto di fornitura nel mercato tutelato hanno speso per la sola bolletta elettrica 1.434 euro, vale a dire il 108% in più rispetto al 2021, e 1.459 euro per il gas (+57%). Ma il calo del prezzo della materia prima registrato a inizio 2023 potrebbe far ben sperare.

Sardegna sul podio per la spesa di energia elettrica

Complessivamente, quindi, tra luce e gas, nel 2022 gli italiani hanno ‘sborsato’ mediamente 2.893 euro a famiglia, rispetto ai 1.616 euro del 2021. Ma dove si è speso di più lungo lo Stivale? Focalizzandosi sulla sola energia elettrica, e analizzando i dati su base regionale, emergono differenze significative. Al primo posto si posiziona la Sardegna, area dove il consumo medio a famiglia rilevato nel 2022 è stato pari a 3.672 kWh. Considerando le tariffe dello scorso anno in regime di tutela corrispondono a un costo di 1.789 euro, ovvero il 24,7% in più rispetto alla media nazionale.

In Liguria, Piemonte e Trentino bollette luce più leggere

Consumi così alti si spiegano con l’assenza di fornitura gas in molte parti della Sardegna, situazione spesso compensata ricorrendo a dispositivi elettrici anche per il riscaldamento. Al secondo posto si posiziona la Sicilia, dove sono stati messi a budget mediamente 1.627 euro, per un consumo medio rilevato di 3.339 kWh. Ultimo gradino del podio per la Campania (1.519 euro, 3.118 kWh). Di contro, le aree dove i consumi di elettricità sono stati più contenuti, e quindi le bollette più leggere, sono Liguria (spesa media 1.176 euro per un consumo di 2.414 kWh), Piemonte (1.289 euro, 2.646 kWh) e Trentino-Alto Adige. Qui gli abitanti hanno pagato 1.314 euro (2.697 kWh).

Gas: Trentino, Emilia-Romagna e Lombardia hanno speso di più 

 
Anche sul fronte del gas le bollette sono differenziate a seconda dei consumi medi rilevati. Dall’analisi emerge che se sul fronte dell’elettricità gli abitanti del Trentino-Alto Adige sono tra i più fortunati, va molto peggio per il gas, tanto che lo scorso anno hanno pagato il conto più salato: mediamente 1.729 euro, +18,5% della media nazionale, per un consumo di 1.352 smc. Seguono l’Emilia-Romagna, dove il consumo medio a famiglia è stato di 1.287 smc, per un costo complessivo di 1.646 euro, e la Lombardia (1.639 euro, 1.282 smc). Per la graduatoria nel senso opposto, invece, è la Campania la regione dove le famiglie hanno speso meno: mediamente 1.009 euro (789 smc), seguita da Lazio (1.021 euro, 799 smc), e Sicilia (1.045 euro, 817 smc).

Professioni del futuro: come prepararsi ai lavori di domani?

Per prepararsi ai lavori del futuro è importante sviluppare competenze digitali e tecnologiche, ma anche competenze trasversali come capacità di lavorare in team, flessibilità e creatività. Inoltre, è importante tenersi aggiornati sulle ultime tendenze e gli ultimi sviluppi nel mondo del lavoro, considerando la possibilità di specializzarsi in una determinata area. I lavori del futuro comprendono nuove professioni emergenti, come le professioni digitali, quelle legate alla sostenibilità ambientale, o legate alla medicina e alla tecnologia. In particolare, le professioni digitali sono tra le più richieste in questi ultimi anni e continueranno a esserlo in futuro. Sviluppatori di software, esperti di marketing digitale, data scientist e analisti dei dati, che richiedono competenze in programmazione, analisi dei dati e marketing digitale, sono e saranno tra le professioni digitali più ricercate.

Esperti di energie rinnovabili o di Intelligenza artificiale in medicina

La sostenibilità ambientale è un tema sempre più importante e le professioni legate a questo campo stanno diventando sempre più richieste. Tra le professioni più richieste, ingegneri ambientali, esperti di energie rinnovabili, esperti di gestione dei rifiuti e biologi marini. Queste professioni richiedono competenze in ingegneria, scienze ambientali e biologia. Anche la medicina e la tecnologia stanno avanzando rapidamente e anche le professioni legate a questi campi stanno diventando sempre più richieste. Tra queste, medici specializzati in tecnologie mediche, ingegneri biomedicali, esperti di Intelligenza artificiale in medicina, ed esperti di realtà aumentata e virtuale. Queste professioni richiedono competenze in medicina, ingegneria e tecnologia.

Sviluppatore di software ed esperto di marketing digitale

Per diventare uno sviluppatore di software è necessario seguire un percorso di studi in informatica o ingegneria informatica e acquisire competenze in programmazione e sviluppo di software. È possibile anche seguire corsi di formazione online o frequentare bootcamp specializzati, come quelli organizzati da Epicode o Boolean. Per diventare un esperto di marketing digitale è invece necessario seguire un percorso di studi in marketing o economia e acquisire competenze in digital marketing, web analytics e social media marketing. È possibile anche seguire corsi di formazione online o frequentare bootcamp specializzati (SDA Bocconi, 24Ore BS e Uniecampus ne offrono diversi).

Ingegnere ambientale e medico specializzato in tecnologie mediche

Per diventare un ingegnere ambientale è necessario seguire un percorso di studi in ingegneria ambientale o scienze ambientali, e acquisire competenze in ingegneria, scienze ambientali e gestione delle risorse naturali. È possibile anche seguire corsi di formazione online, corsi di laurea all’estero o Master post laurea specifici. Per diventare un medico specializzato in tecnologie mediche è invece necessario seguire un percorso di studi in medicina, e successivamente specializzarsi in tecnologie mediche.

Shopping online e festività natalizie: spesi oltre 1,14 trilioni di dollari a livello globale 

Nel corso delle festività natalizie i consumatori globali hanno speso complessivamente 1,14 trilioni di dollari online. Se le vendite online di novembre sono state inferiori a quelle del 2021 e del 2020, le promozioni della Cyber Week e le offerte Buy Online and Pick Up In Store (BOPIS) hanno contribuito all’ottima performance dei retailer nel 2022. Si tratta dei dati di Salesforce relativi alle performance dello shopping online durante le festività natalizie 2022, ottenuti analizzando gli acquisti di novembre e dicembre di oltre 1,5 miliardi di consumatori sui siti e-commerce realizzati con soluzioni Salesforce Customer 360.

Le migliori offerte dei retailer

I dati di Salesforce evidenziano alcune tendenze che hanno caratterizzato la stagione delle festività. Innanzitutto, i retailer hanno attirato l’attenzione dei consumatori con gli sconti nel periodo che precede il Natale. In particolare, hanno proposto offerte migliori rispetto alle festività del 2021, per uno sconto medio del 21% rispetto al 19% dell’anno precedente. Le categorie di prodotto più scontate sono state i prodotti beauty, per la cura della pelle e il make-up, che hanno ricevuto sconti medi del 29%, mentre l’abbigliamento generico e le borse sono state scontate del 27%.

BOPIS, regali dell’ultimo minuto e social network

Quasi un ordine online su cinque effettuato a livello globale nella stagione natalizia è stato effettuato tramite il servizio BOPIS. L’adozione del BOPIS da parte dei consumatori ha raggiunto un picco del 35% il venerdì prima delle vacanze di Natale, quando si sono dedicati ai classici ‘regali dell’ultimo minuto’.
Gli ordini partiti dai canali social hanno poi raggiunto i massimi storici. I dati dimostrano quanto i social media risultino essere uno dei canali preferiti dai consumatori e quelli maggiormente in crescita nel 2022. Il traffico proveniente dai social media ha raggiunto il massimo storico in queste vacanze, guidando il 12% di tutto il traffico da mobile (+23%). L’Italia, insieme a Belgio e Stati Uniti, è stato uno dei paesi con il maggior numero di consumatori attivati tramite social media.

Più vendite, ma anche più resi

Il valore dei resi è stato di 1,39 miliardi, pari al 13% degli ordini totali fatti durante il periodo natalizio. Un numero in crescita, che ha avuto un’impennata nei sei giorni successivi al Natale, con il 16% degli ordini restituiti in quella settimana (+5%).
“I retailer hanno chiuso le festività del 2022 con una crescita delle vendite online superiore alle attese – ha dichiarato Gianluca De Cristofaro, VP Commerce Cloud, Salesforce Italia -. Il tema dei resi è certamente critico, ma comunque gestibile con una strategia ancor più customer centric. Nel 2023, i retailer dovranno raddoppiare gli sforzi per fornire maggiore personalizzazione, grazie all’uso intelligente dei dati e a una maggiore efficienza della gestione degli ordini, dell’assistenza clienti e dei resi”.

Dove posizionare il modem per un’esperienza internet al top 

Possedere una buona linea internet non basta per navigare velocemente e senza intoppi: spesso anche le migliori connessioni internet-casa vengono vanificate da una pessima collocazione del modem tra le pareti domestiche. Per sfruttare correttamente le migliori offerte di internet a casa, ad esempio quelle di beactive.it, è importante capire che a influenzare le prestazioni di navigazione sono parametri oggettivi e soggettivi Tra i primi rientrano la distanza dalla centrale che trasmette il segnale dati, oppure l’utilizzo eccessivo della rete, mentre tra i secondi il posizionamento del modem in casa, e su questo aspetto è possibile intervenire.

Cosa incide negativamente sulla velocità della navigazione?

Una volta collegato alla presa di casa, il modem diffonde il segnale Wi-Fi in diverse direzioni, espandendo la sua azione lungo un raggio dove le onde vengono propagate sotto forma di un ‘ombrello’. Per questo motivo, il segnale è molto forte vicino alla fonte e fino a qualche metro di distanza. Esistono, però, alcuni fattori che possono incidere negativamente sul segnale del modem. Come ad esempio alcuni ripetitori per il segnale, apparecchi bluetooth e forni a microonde, che per via della loro particolare tecnologia creano vere e proprie interferenze con la banda Wi-Fi, contribuendo a degradare la qualità della connessione internet.

Come aumentare la velocità?

Oltre ai segnali radio senza fili emessi dai dispositivi, a influenzare negativamente la velocità della connessione internet, e rallentare la velocità del modem e della ricezione del segnale WiFi, possono rientrare anche cavi della corrente elettrica, muri e altri materiali che presentano metallo resistente all’interno. O ancora, tubature dell’acqua e pareti interamente in metallo, che finiscono inevitabilmente per ridurre o azzerare la potenza del router. Per collocare correttamente il modem e aumentare la velocità di internet, è importante trovare una collocazione quanto più lontana possibile da questi materiali, evitando, ad esempio, di attaccare la spina del dispositivo a prese dove sono già collegati altri strumenti.

Il posto migliore è al centro della casa

Esistono quindi diversi posti dove posizionare il modem per navigare meglio. Innanzitutto, bisogna fare in modo che il dispositivo venga collegato nella presa telefonica principale, quella dove arriva il segnale più forte, in modo che si disperdano meno dati possibili.
Inoltre, per navigare alla massima velocità è importante posizionare il modem al centro della casa, evitando muri e finestre, in modo che i segnali e le onde si propaghino coerentemente e linearmente in tutte le stanze. Questo rende il flusso dati uniforme, riferisce Adnkronos, senza intoppi o discrepanze di velocità. Ma il modem deve essere tenuto lontano anche da  fonti di disturbo, come acquari, strutture in metallo, o prodotti che creano onde radio.

Nuovo Codice Consumi: com’è il rapporto degli italiani con la spesa?

Siamo di fronte a una realtà frammentata in cui i consumatori sono sempre più mutevoli e multidimensionali: Pandemia, guerra Russia-Ucraina, aumento dei prezzi e inflazione incidono infatti fortemente sul modo di agire. Il Nuovo Codice Consumi identifica sei tematiche chiave nel rapporto degli italiani con spesa e consumi: emozionalità di prodotti e marchi, innovazione dell’esperienza di consumo, omnicanalità ed esperienza d’acquisto, cura per l’ambiente e la persona, territorialità, convenienza e parsimonia. Il Nuovo Codice Consumi di GS1 Italy è la ricerca realizzata da Ipsos e McKinsey, con l’obiettivo di comprendere i comportamenti d’acquisto degli italiani del 2022, e immaginare quelli del 2030.

L’Italia delle persone e l’Italia dei territori

Il Nuovo Codice Consumi delinea una nuova mappa dell’Italia che integra due visioni complementari, l’Italia delle persone e l’Italia dei territori. La prima è composta da nove ‘comunità di sentire’, trasversali per età e collocazione geografica. Si tratta di community aperte e dinamiche in cui gli individui entrano grazie a pulsioni, affinità, attitudini e passioni comuni, ma in cui coesistono atteggiamenti e tensioni apparentemente in conflitto. La seconda, l’Italia dei territori, ha una nuova ripartizione, in cui i quattro territori sono identificati in virtù della composizione del tessuto sociale e produttivo che li caratterizza, come grandi città, aree a prevalenza agricola, industriale e turistica.

Motivazioni di acquisto: la nuova espressione della territorialità

Emerge anche una nuova concezione della territorialità, quella di una società frammentata, con pulsioni contrastanti tra una costante ricerca delle origini e un desiderio imitativo e innovativo.
Al posto degli ‘italiani’, intesi come gruppo unitario e omogeneo, la ricerca mette in luce la presenza di community a geometria variabile, e in movimento perpetuo, che si formano sull’onda di un sentire comune, ma senza omogeneità implicite. Le motivazioni di acquisto sono la nuova espressione della territorialità. Gli stessi prodotti sono acquistati in funzione di driver specifici per territorio, e che offrono una chiave di lettura in grado di rivoluzionare i meccanismi dell’offerta.

Come rispondere alle nuove sfide del mercato?

Il Nuovo Codice Consumi delinea le strategie da adottare per rispondere alle nuove sfide del mercato da qui al 2030. La prima è instaurare una nuova era di collaborazione per trarre beneficio dalla minore fedeltà dei consumatori e dalla variabilità delle community e dei territori. La seconda è caratterizzare i propri prodotti in modo selettivo, affinché conquistino selezionate community con attitudini e desideri specifici. La terza è adottare un approccio multicanale che consenta di offrire servizi di pre e post vendita sempre più personalizzati e integrati. E l’ultima richiede di essere ‘agili’, per adattarsi a mutevolezza e transitorietà dei tratti distintivi dei consumatori nel breve e nel lungo periodo.

Fuga di dati su WhatsApp: quanti sono i numeri rubati in Italia?

Recentemente l’app di messaggistica WhatsApp è stata coinvolta nell’ennesimo episodio di data breach, ovvero la violazione di dati e la loro diffusione in un ambiente non affidabile. Pare che gli hacker abbiano infatti cercato di vendere sul dark web centinaia di milioni di contatti trafugati agli utenti. Secondo un’analisi di Check Point Research (CPR), la divisione Threat Intelligence di Check Point Software, la violazione ha esposto 360 milioni di numeri di telefono in 108 Paesi di tutto il mondo. Nel nostro Paese sono stati rubati 35 milioni di numeri di telefono, quasi il 10% del totale.

Milioni di registrazioni disponibili per l’acquisto sul dark web

Check Point Research ha analizzato i file di WhatsApp nel dark web e ha trovato milioni di registrazioni disponibili per l’acquisto. Ogni Paese ha un numero diverso di record esposti, che vanno dai 604 della Bosnia-Erzegovina ai 35 milioni attribuiti appunto all’Italia. 
Negli ultimi quattro giorni i file, che includono i codici di chiamata internazionali e che in un primo momento erano stati messi in vendita, sono ora distribuiti liberamente tra gli hacker.

Una enorme violazione su larga scala

“Nonostante le informazioni in vendita siano solo numeri di telefono attivi e non il contenuto dei messaggi stessi, si tratta di una violazione su larga scala enorme – ha dichiarato Check Point Research -. Una conseguenza immediata è la possibilità che questi numeri vengano utilizzati come parte di attacchi di phishing attraverso l’app stessa. Invitiamo tutti gli utenti di WhatsApp a prestare la massima attenzione ai messaggi che ricevono, anche quando devono cliccare su link e messaggi condivisi sull’app”.

Utilizzati per sferrare attacchi come il vishing o lo smshing

Una volta che gli hacker hanno accesso ai numeri di telefono, che vengono poi rivenduti, è probabile che vengano utilizzati per sferrare attacchi come il vishing o lo smshing.
Il vishing è una forma di social engineering in cui la vittima viene indotta a fornire informazioni al telefono durante una chiamata, mentre lo smshing viene condotto tramite sms.
È anche possibile che gli hacker accedano ad altri servizi online utilizzando il numero di telefono, con conseguenze ancor più dannose.
In un report è stato però affermato che esistono prove che il database emerso in realtà sia il riutilizzo di una vecchia fuga di notizie da Facebook avvenuta nel 2019. “CPR non può confermare o provare che questi numeri provengano dagli utenti di WhastApp”, ha risposto Check Point Research in un post sul suo blog.

Inflazione e aumento dei prezzi cambiano modalità e abitudini di spesa

L’aumento dei prezzi è dovuto a molteplici fattori, ma il conflitto in corso e l’incremento dei costi dell’energia sono ritenute le cause principali, e il consumatore è il soggetto più penalizzato.
Nonostante la maggior parte degli italiani dichiara di non intravedere, nei prossimi 12 mesi, una modifica sostanziale della propria situazione economica, la preoccupazione per l’inflazione in Italia nel 2022 è elevata. L’Osservatorio inflazione di Ipsos, giunto alla sua terza rilevazione nel corso del 2022, racconta un progressivo cambiamento nelle modalità e abitudini di spesa degli italiani, che devono fare i conti con una condizione economica personale non soddisfacente, dichiarata da oltre un individuo su 2.

Le strategie di riduzione dei consumi

Il 67% di coloro che sono insoddisfatti della propria condizione economica è preoccupato di non riuscire a fare quadrare i conti a fine mese (+10% rispetto a maggio). Questa amplifica l’attenzione all’oggi e alla quotidianità, distogliendo lo sguardo da un futuro che appare sempre più incerto e imprevedibile. I consumatori hanno registrato un aumento dei prezzi che nel corso del tempo si è esteso a un numero sempre maggiore di categorie di prodotti e servizi. Le categorie dove i consumatori hanno riscontrato i maggiori rincari sono soprattutto le utenze energia-gas (87%), l’alimentare (86%), i carburanti (85%), i ristoranti-pizzerie (72%) e i bar-pub-locali (62%).

Più discount e acquisti online

Nonostante gli aumenti dei prezzi, alcune categorie appaiono meno coinvolte di altre nella riduzione dei consumi (alimentari, cura della casa, della persona, telefonia) mentre per altre i consumatori dichiarano di voler contenere la spesa e ridurne l’utilizzo. In particolare, oltre il 70% dei clienti di ristoranti e bar ne ridurrà la frequentazione. Tutte le categorie saranno comunque oggetto di strategie volte al contenimento della spesa. In generale, prima di cercare di ridurre i consumi, si cercano promozioni che possono riguardare sia prodotti abituali sia nuovi acquisti. La ricerca del prezzo più conveniente genera una maggior frequentazione di discount e mercati rionali, oppure, un maggior utilizzo dei canali online e l’acquisto di marche meno costose. Per i beni durevoli si posticipa la spesa, e quando possibile, si ipotizza la rinuncia all’acquisto.

Il fenomeno della shrinkflation

Il costante aumento dei prezzi porta il consumatore a fare sempre più confronti e a essere più attento a cosa acquista. In particolare, è attento a confrontare il prezzo pagato per la quantità ottenuta. In questo modo si rende conto che è sempre più diffuso il fenomeno della shrinkflation, ossia la pratica di ridurre il packaging e il contenuto dei prodotti, ma senza una relativa diminuzione di prezzo. I dati della terza rilevazione dell’Osservatorio rivelano che oltre 2 consumatori su 3 (68%) preferirebbero avere una quantità invariata di prodotto a fronte di un prezzo in crescita, perché questo consentirebbe una miglior possibilità di confronto.

Shopping natalizio: per gli italiani inizia in anticipo di oltre un mese 

La corsa ai regali di Natale last minute per molti italiani rimane un ‘classico’ dei giorni che precedono le festività, ma il 46,2% inizia a comprare le prime strenne già tra fine ottobre e fine novembre, e il 52,3% vorrebbe ricevere proposte dalle aziende nel medesimo periodo. Insomma, se per qualcuno lo shopping dei regali natalizi rappresenta un’attività molto piacevole, in cui si sceglie un regalo per amici e familiari, per altri coincide con un periodo di corse all’ultimo minuto. Ma per tutti è senza dubbio uno dei momenti in cui viene effettuato il maggior numero di acquisti. È quanto emerge da un sondaggio svolto da Esendex per comprendere le abitudini di acquisto degli italiani nelle settimane precedenti le feste.

Anticipare gli acquisti entro metà di ottobre o aspettare dicembre?

Dalla ricerca emerge, inoltre, che il 29,5% degli italiani anticipa gli acquisti dei regali natalizi entro la metà di ottobre, mentre il restante 24,3% preferisce aspettare l’inizio di dicembre prima di iniziare lo shopping. Agli intervistati è poi stato chiesto quando vorrebbero ricevere offerte e proposte di strenne natalizie, e più della metà (52,3%) ha risposto tra fine ottobre e fine novembre, il 37,3% entro metà ottobre, e il 9% dai primi di dicembre in avanti. Solo l’1,4% non è interessato a fare acquisti o non festeggia il Natale.

Offerte e promozioni arrivano molto prima delle festività

Considerando che un buon numero di persone desidera ricevere offerte e proposte molto prima delle festività, è stato poi domandato se considererebbero la possibilità di acquistare un regalo natalizio a seguito di una promozione ricevuta via SMS o Whatsapp. E a questa domanda l’83,8% degli intervistati ha risposto che lo farebbe sicuramente, o molto probabilmente.

Meglio ricevere suggerimenti su cosa regalare

“La nostra indagine ha confermato che le persone iniziano a pensare allo shopping natalizio con ampio anticipo e sono molto ricettive a suggerimenti e offerte già nei due mesi precedenti alle festività – ha commentato Carmine Scandale, Head of Sales di Esendex Italia -. Le aziende non possono quindi permettersi di arrivare in ritardo con la promozione delle proprie proposte. Le nostre soluzioni di mobile messaging rappresentano un’eccellente modalità per effettuare, anche in vista del Natale, campagne marketing mirate ed efficaci, consentendo di raggiungere le persone direttamente sul proprio smartphone, il touch-point di eccellenza per clienti e potenziali clienti”.

Connettività: il traffico dati su mobile raggiunge i 100 Exabyte

La soglia è stata superata nel secondo trimestre di quest’anno: il traffico dati da mobile ha raggiunto i 100 Exabyte al mese, ovvero, è pari 1000 miliardi di byte. Più in particolare, secondo l’Ericsson Mobility Report, che offre un aggiornamento dal mondo della connettività, il volume di dati è cresciuto del +8% rispetto al trimestre precedente, del +39% in un solo anno ed è addirittura raddoppiato nel giro di due anni e mezzo.
La lievitazione dei dati si spiega con la oramai consueta combinazione tra l’aumento degli abbonamenti a banda larga e una fruizione sempre più focalizzata sui video, che esige infatti un maggiore consumo di dati.

Tra aprile e giugno 2022 abbonamenti mobile broadband a +100 milioni

Oggi l’86% delle Sim in circolazione sono legate a un abbonamento alla banda larga mobile. Permettono, in altre parole, di accedere a Internet e app. Sempre secondo l’Ericsson Mobility Report, tra aprile e giugno di quest’anno il numero di abbonamenti di tipo mobile broadband è aumentato di 100 milioni di unità, arrivando a un totale di circa 7,2 miliardi, con un incremento del +6% anno su anno.

La Lte è la generazione dominante

Quanto agli standard di connessione, la rete Lte (Long Term Evolution) è la generazione dominante: gli abbonamenti sono 5 miliardi, ossia il 60% di tutti gli abbonamenti mobili, mentre quelli 5G sono ancora molti meno, 690 milioni in tutto il mondo, ma crescono in modo sostenuto, +70 milioni nel secondo trimestre 2022 contro i 77 milioni della Lte. Non è una novità che il tasso di penetrazione degli abbonamenti mobile superi il 100%: oggi è al 106%. Vuol dire, in sostanza, che sulla Terra ci sono più Sim attive (8,3 miliardi) che esseri umani. Nel secondo trimestre, la spinta è arrivata soprattutto dalla Cina, con 10 milioni di abbonamenti in più, dall’India (+7 milioni) e dall’Indonesia (+4 milioni).

“Il 5G agirà da catalizzatore per l’evoluzione”

“Il 4G è ancora oggi l’unico modo con cui miliardi di persone in tutto il mondo accedono a Internet – ha affermato all’Agi Andrea Missori, amministratore delegato di Ericsson in Italia -. Il 5G agirà da catalizzatore per l’evoluzione. Le nuove reti sono implementate non solo per continuare a supportare la crescente domanda di dati e per abilitare nuovi casi d’uso in ambito industriale e consumer, ma anche per aiutare a ridurre il consumo di energia e contribuire alla transizione ecologica”.